Traffico di rifiuti
di Salvo Mabini

Trattavano rifiuti tossici e con la complicità di controllori compiacenti li piazzavano nelle ferriere e nelle acciaierie del nord Italia. Sgominata una banda con base a Sabbio Chiese e Rogno nella Bergamasca

 
Trattavano materiali pericolosi come scarti contenenti nikel, ossido di nikel e pcb. 
Poi cambiavano le carte accompagnatorie e li rivendenvano come materiali ferrosi alle ferriere e alle acciaierie, all'interno delle quali alcuni addetti "certificatori" ben prezzolati chiudevano un occhio e anche quell'altro.

I veleni entravano così impunemente e all'insaputa di tutti nel ciclo della lavorazione permettendo lauti guadagni all'intera "gang".
«Vi era un patto scellerato tra chi raccoglieva il materiale di scarto delle fonderie che conteneva sostanze pericolose e chi lo trasportava» ha spiegato questa mattina il Procuratore capo di Brescia, Tommaso Buonanno, nel presentare l'operazione condotta dai Ros di Brescia.
«Stiamo parlando di persone più pericolose dei narcotrafficanti» ha aggiunto il procuratore aggiunto Sandro Raimondi, titolare dell'inchiesta.

Accuse pesantissime, quindi, per le quali i carabinieri del Ros hanno arrestato sei persone tra imprenditori e addetti alla certificazione tra Brescia, Bergamo e Verona, mettendo sotto sequestro quattro società attive nel settore della raccolta, trasporto e smaltimento di rifiuti speciali pericolosi.
Altre sei persone sono indagate.

In carcere è finito così R.M. titolare di una ditta di trasporti di Sabbio Chiese.
Ai domiciliari il figlio, amministratore della ditta che sempre a Sabbio commercializzava i materiali, e altre due persone che ricoprivano il ruolo di "classificatori".
Questo per quanto riguarda la Valle Sabbia.

L'inchiesta sarebbe la stessa che lo scorso anno, nel primo filone di indagine, aveva coinvolto e posto sottto sequestro la Val-Ferro di Prevalle.
L’accusa formalizzata è di «associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti pericolosi e inquinamento».
 
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