San Gervasio, il fratello Protasio e il concerto nel bosco
di Marisa Viviani

Il suggestivo eremo dei SS. Gervasio e Protasio a Bagolino ha fatto da cornice per il secondo anno consecutivo a un concerto nel bosco sottostante organizzato dall'associazione culturale Habitar in sta terra



C'è una chiesetta, con eremo annesso, aggrappata ad un costone di roccia che guarda verso il paese di Bagolino. E' dedicata ai santi Gervasio e Protasio, comunemente chiamata soltanto chiesa di San Gervasio, ma proprio per questo motivo, come ha sottolineato Luca Ferremi  "Bisognerebbe imparare a denominare oltre a San Gervasio anche San Protasio, anche se essendo fratelli gemelli si saranno forse scambiati l'identità qualche volta!".

Giochetto che, è risaputo, i gemelli fanno spesso fingendosi l'uno al posto dell'altro, ma chissà, trattandosi di due santi concediamo il beneficio del dubbio in merito alla loro serietà identitaria e diamo anche a Protasio ciò che è di Gervasio.

Diremo a questo punto che l'associazione Habitar in sta terra ha organizzato una manifestazione culturale che ha visto la Chiesa dei SS. Gervasio e Protasio al centro dell'iniziativa. Raggiunta la chiesa attraverso un sentiero che si snoda sulle pendici del monte (un'ora circa partendo dal paese), i visitatori hanno potuto contemplare innanzitutto la splendida vista di Bagolino nella sua completa estensione e della Valle del Caffaro nella prospettiva della destra orografica, e poi ammirare l'eremo e la sua chiesa, che tanto cari sono alla gente di Bagolino.

Qui il presidente di Habitar in sta terra, Luca Ferremi, ha intrattenuto il pubblico intervenuto con una spiegazione sulle origini della chiesa e sulle tradizioni ad essa legate, di cui la più curiosa è senz'altro quella sulla nascita dei bambini. Secondo la leggenda infatti i bambini nascevano nella cisterna dell'eremo, venivano raccolti dall'eremita che li consegnava alle famiglie destinate, e ne riceveva in cambio un obolo: se il bambino recapitato era un maschio un pezzo di formaggio, se era una femmina una ricotta, a dimostrazione che la discriminazione sessuale è cosa antica, anche quando passa attraverso il valore  dei prodotti caseari.

Sarebbe lungo ripercorrere la storia, i pregi artistici, le leggende, le traversie di questo  eremo che resta per la gente di Bagolino un autentico luogo del cuore; ci basta suscitare  nei lettori una curiosità che li porti ad assistere di persona alle visite guidate che periodicamente Habitar in sta terra organizza per far conoscere questo piccolo gioiello di storia, arte, devozione popolare; e di vita reale, concreta, dura che fino a tempi non lontani del '900 vedeva il luogo abitato da due eremiti (un bando di concorso comunale del 1804 assegnava all'eremita l'abitazione, un sacco di sementi, una capra e il diritto alla questua settimanale).

Dagli anni '70 un piano di recupero della chiesa e dell'eremo, dopo alcuni anni di abbandono e purtroppo di vandalismo, è stato avviato grazie al lavoro di tanti volontari; gli Alpini e il CAI ne mantengono oggi praticabile il sentiero di accesso e provvedono alla manutenzione generale, mentre le visite guidate provvedono a tenere alta la conoscenza di questo posto così ricco di fascino, che meriterebbe un'attenzione anche da parte del FAI come luogo del cuore, un cuore che qui ancora non ha cessato di battere e viene tenuto in vita dal tenace attaccamento delle sue genti.

L'Associazione culturale Habitar in sta terra ha organizzato così per il secondo anno, oltre alla visita guidata alla Chiesa e all'Eremo dei S.S. Gervasio e Protasio, un concerto nel bosco sottostante, l'anno scorso tenuto dal coro Sifnos diretto dalla Mª Gloria Busi, quest'anno invece da due giovanissime musiciste, Valentina Comelli voce e Cristina Gaffurini chitarra. Nel quieto palcoscenico verde che il bosco ha messo a disposizione per andare in scena, la musica si è così levata sopra gli alberi, sopra le erbe, le rocce, sopra le gioie e i dolori della gente che ascoltava rapita in un silenzio rispettosissimo. Una ninna nanna irlandese di pura melodia ha creato  in apertura un'atmosfera magica che ha tenuto altissima l'attenzione del pubblico partecipante, e in seguito tutti i brani proposti, classici e popolari interpretati.

Il duo Comelli-Gaffurini, che si esibiva in pubblico per la prima volta, è stato una vera rivelazione. La chitarrista Cristina Gaffurini ha entusiasmato sia in accompagnamento che come interprete solista in brani estremamente complessi, dimostrando una padronanza tecnica ragguardevole molto apprezzata dagli spettatori. La cantante Valentina Comelli ha veramente ammaliato con la sua voce calda in interpretazioni molto intense e  appassionate, sostenute dalla speciale sintonia con le note della chitarra, e anche con l'acustica naturale del bosco. Insomma, un duo musicale che avrà un futuro e che speriamo di poter risentire presto.

A conclusione dell'apprezzatissimo concerto, il noto violinista Daniele Richiedei, che a Bagolino ha avuto i natali, e forse anche lui ripescato nella cisterna dei Santi Gervasio e Protasio, si è esibito in trio con le sue giovani colleghe in due brani che hanno confermato come sempre le sue doti di interprete versatile, capace di inserirsi in contesti musicali diversi e improvvisati.

Grande iniziativa quindi da parte di Habitar in sta terra, e graditissima esperienza da parte del pubblico partecipante, che si attende anche per il prossimo anno un'altra manifestazione di alto livello culturale.

Il duo musicale che ha tenuto il concerto si è esibito gratuitamente in favore dell'associazione Habitar in sta terra e della Casa Museo da essa gestita. E anche in onore della Chiesa e dell'Eremo dei SS. Gervasio e Protasio di Bagolino, che dall'alto della corna su cui sono arroccati sorvegliano il paese, così come facevano gli eremiti di un tempo, che lì fungevano anche da guardiani del fuoco, soprattutto dopo il distruttivo incendio che devastò Bagolino nel 1779.


Nelle foto di Luciano Saia: La chitarrista Cristina Gaffurini, la cantante Valentina Comelli, il violinista Daniele Richiedei
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