Grooming: la pedofilia in Internet
di Giuseppe Maiolo

Tra rischi che corrono i minori in Internet vi è da sempre quello di essere adescati, cioè catturati dai maleintenzionati che vogliono procurarsi contatti reali di natura sessuale o materiale pedopornografico


I pedofili, ormai, hanno abbandonato i giardinetti o i parchi dove una volta potevano attrarre i bambini o molestarli e si sono trasferiti da tempo sul web.
La rete offre più garanzie di anonimato e maggiori possibilità di attrarre con sicurezza bambini e adolescenti.

Un tempo per potersi appartare con un bambino il pedofilo si appostava in un luogo appartato e gli offriva le caramelle. Lo prendeva per la gola.
Ora la proposta più frequente e quella della ricarica telefonica.

Tempi diversi e strumenti differenti,
ma anche tecniche particolarmente pervasive ed efficaci, capaci di attrarre e convincere un minore a fidarsi delle lusinghe.
Perché di questo si tratta: catturare la fiducia di un fanciullo, maschio o femmina, che naviga e chatta con i suoi amici. Fargli credere di essere un coetaneo e con tenacia insistere nel dare di sé un’immagine di affidabilità che permetta al pedofilo di essere ritenuto come un amico a cui poter dire tutto e dal quale è possibile accettare ogni qualsiasi richiesta senza destare alcun sospetto.

Questo è in sostanza il grooming, ovvero l’abilità di un pedofilo di manipolare psicologicamente un minore attraverso un lungo periodo di conversazioni e contatti abilmente condotti e all’inizio per nulla invadenti e pericolosi.

Perché la parola inglese significa curare, cioè  prendersi cura.

Grooming letteralmente è lo strigliare o il pulire un cavallo e, per estensione, “tolettare” un animale domestico, carezzando e spazzolando il suo pelo per mantenerlo pulito e integro.
Ma con questa parola gli anglosassoni definiscono il comportamento ben noto di molte specie animali, che per istinto in coppia passano lunghi momenti a ripulirsi reciprocamente dei parassiti.

Se tra i primati il grooming è qualcosa di usuale e importante che regola la relazione, tra gli esseri umani è sinonimo ormai di pratica fatta di attenzione e vicinanza affettiva, ma non certo per  prendersi cura amorevole di un altro, quanto un comportamento finalizzato ad esercitare una forte ma lenta pressione psicologica.

Catturata la fiducia da parte di colui che vuole adescare
, il gioco è fatto e la vittima è in balia del suo carnefice.
E in particolare il minore catturato dall’abilità del pedofilo seducente, solitamente non riesce a rendersi conto di essere in mano ad un soggetto pericoloso perché, vissuto sempre in termini positivi, lo sconosciuto è tra i contatti come ”amico” e, come tale, viene considerato.

Qualche tempo fa per motivi professionali ho avuto modo di incontrare tre ragazze che tra i 12 e i 14 anni sono finite in una rete tesa da un pedofilo di 45 anni che, dopo un lungo periodo di innocenti conversazioni e senza rivelare la propria identità, le aveva portate a parlare sempre di più di cose intime e poi indotte a posare nude e realizzare per lui con una web cam una quantità di video hard.

Il ricco materiale pedopornografico ritrovato successivamente dalle autorità di polizia nel suo computer ha documentato in maniera sbalorditiva quanto le ragazzine fossero state ingannate e rese inoffensive dalla fiducia accordatagli.
Un adescamento che in media con ciascuna di esse si era protratto per più di un anno senza suscitare nelle ragazze adescate alcuna sensazione di pericolo, né tantomeno l’esigenza di informare un adulto di riferimento su quello che stava loro accadendo.

Giuseppe Maiolo
www.officina-benessere.it

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