Le realtà Valsabbine hanno ottenuto la deroga
Gli allevamenti di suini della Valle Sabbia sono annoverati tra le oltre 500 realt bresciane che hanno ottenuto la deroga dal Ministero della Salute, in riferimento ai casi di vescicolare.

Gli allevamenti di suini della Valle Sabbia sono annoverati tra le oltre 500 realtà bresciane che hanno ottenuto la deroga dal Ministero della Salute, in riferimento ai casi di vescicolare.

Per questi allevamenti, le organizzazioni del mondo agricolo chiedono la massima accelerazione delle procedure per consentire la tempestiva movimentazione dei suini. Non solo: chiedono soprattutto una fortissima azione politica e tecnica da parte di Ministero e Regione Lombardia per “liberare” dai divieti in essere le zone di protezione e sorveglianza (realtà della pianura bresciana) che rischiano di essere bloccate per altri 60 giorni.

Queste sono le pressanti richieste avanzate oggi da Coldiretti, Upa e Cia Brescia al Ministero della salute e alla regione Lombardia, in vista del Comitato tecnico convocato a Bruxelles per martedì prossimo.

“Le nostre aziende sono al collasso – spiegano Ettore Prandini, Franco Bettoni e Aldo Cipriano, rispettivamente presidenti di Coldiretti, Upa e Cia – ma ci sono oltre 150 aziende che ricadono nelle zone di sorveglianza e protezione che non sono in grado di resistere per altri due mesi non potendo ottenere deroghe alla movimentazione e quindi vendere i suini.

«Per noi c’è invece una via di uscita – dichiarano Prandini, Bettoni e Cipriano - per consentire anche a queste aziende di poter movimentare i suini e abbiamo impegnato Regione e Ministero a mettere in atto tutte le azioni politiche a Bruxelles affinché martedì prossimo si raggiunga questo atteso obiettivo.

Ricordiamo - proseguono i rappresentanti del mondo agricolo - che la normativa prevede che non si possono concedere deroghe per muovere i suini agli allevamenti che negli ultimi 60 giorni siano stati inclusi nelle zone di protezione e sorveglianza a seguito di reali casi di vescicolare. Ebbene ricordiamo che in provincia di Brescia l’ultimo vero focolaio risale al 22 ottobre 2007 e senza il piano di depopolamento precauzionale che ha riguardato 42000 suini sani, tali zone sarebbero state rimosse probabilmente nei primi giorni di dicembre con la conseguenza che nei primi giorni di febbraio anche queste 150 aziende avrebbero ottenuto la deroga e la possibilità di movimentare i suini. Non si dimentichi inoltre che il maggior numero di controlli e di analisi sono stati effettuati propri in queste aziende.

Prandini, Bettoni e Cipriano concludono affermato: «resta del tutto fuori da ogni logica che i nostri allevamenti siano ancora sottoposti a restrizioni (che ne stanno decretando la fine) a oltre 100 giorni di distanza dall’ultimo focolaio».

Fonte: Coldiretti
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