Alternanza scuola-lavoro, un'esperienza
Ci si sveglia un po’ più tardi del solito, ma non troppo. E’ vero che l’azienda è più vicina a casa di quanto sia la scuola, ed è anche vero che si inizia alle 8 di mattina, ma non si vuole fare brutta figura arrivando in ritardo, per lo meno non il primo giorno...


All’arrivo, dopo convenevoli e presentazioni, si viene portati a fare il giro dello stabile. Macchinari rumorosi e persone al lavoro mettono subito le cose in chiaro: qui si lavora.
Ed è così che è iniziata la mia esperienza di stage presso una ditta locale: tre settimane, otto-diciotto con due ore di pausa nel mezzo per un totale di 40 ore settimanali.

Se in un primo momento tutto sembra nuovo e affascinante, dopo qualche giorno si incomincia ad entrare nella routine: si arriva, si firma il foglio-presenze e si continua il lavoro del giorno precedente.

Non tutti i giorni sono uguali, però: ci sono giornate lente, noiose durante le quali si rimpiange la cara vecchia scuola che ti lascia i pomeriggi liberi, altre invece in cui le otto ore volano.
Che sia per un nuovo incarico o per l’incontro con un cliente proveniente dall’altra parte del mondo, la novità è quella cosa che ti sprona a lavorare al meglio, a metterci il cuore.

Scuola e azienda sono due ambienti diversi, questo lo si nota subito. Nel caso della scuola, noi studenti ricopriamo il ruolo dei clienti, che usufruiscono di un servizio offerto dai lavoratori, ovvero i professori.
Nel caso dello stage, invece, è il contrario: noi siamo i lavoratori, e dobbiamo rimboccarci le maniche e darci da fare per ricoprire al meglio tale ruolo.

Il posto di lavoro è senza dubbio un luogo più serio rispetto alla scuola, dove bisogna stare attenti a non fare danni e a fare meno errori possibili, di conseguenza ci rende più responsabili.
Ci aiuta anche a comprendere sperimentalmente la realtà lavorativa, e chissà che qualcuno di noi, timbrando ogni mattina il cartellino, non si sia reso conto di quanto meno faticosa sia la scuola in confronto.

Da parte mia, è stata un’esperienza tutto sommato positiva che mi ha fatto rivalutare l’opinione che ho nei confronti della scuola.
Abbiamo tutta la vita davanti per lavorare, quindi perché non rimanere tra i banchi ancora un po’?
Potrà sembrare paradossale, ma entrare in contatto con una realtà così definitiva come quella del mondo del lavoro mi ha fatto comprendere che quello che voglio fare, per il momento, è continuare a studiare e, di conseguenza, frequentare l’università... e chissà che magari non sia proprio questo lo scopo dell’alternanza scuola-lavoro.

IV Itis - Vobarno


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