Schiuma nel Chiese, si cerca la «fonte»
di val.

Nuovo allarme inquinamento lungo l’asse del Chiese. A preoccupare da giorni è l’inquietante presenza di grandi chiazze di schiuma bianca


Qualcuno dice che quella presenza piuttosto ingombrante ha cominciato a viaggiare nel Chiese già sabato scorso.
A Vobarno è stata notata in grande quantità martedì ed ancora ieri la si poteva ammirare fra le anse dove l’acqua del fiume rallenta fino a fermarsi.

L’allarme è poi rimbalzato sui social network e sono state molte le telefonate di segnalazione arrivate alle autorità locali.
Da Vobarno fanno sapere che gli agenti della Locale sono risaliti lungo il corso del fiume controllando tutti gli scarichi, fermandosi al confine con Sabbio Chiese, territorio non di loro competenza.
A fare prelievi ed inviarli ai laboratori di analisi, nel centro valsabbino, sarebbe stata un’azienda privata, anche per dimostrare che l’inquinamento non fuoriusciva dai suoi capannoni come certe fotografie potevano far pensare.

In realtà, la schiuma sembrava arrivare da più lontano.
E’ stata notata a Sabbio e a Barghe e, grazie alla segnalazione di un pescatore, gli agenti della Locale della Valle Sabbia sono riusciti ad individuare uno scarico che da giorni sversa schiuma a Vestone.

Nel primo pomeriggio di ieri proprio lì sono stati fatti dei prelievi ed i campioni consegnati all’Arpa.
Bisogna capire però se la schiuma presente nel fiume è fuoriuscita da quell’unico scarico.

E poi di quale sostanza stiamo parlando? L’origine è industriale o domestica?
Solo il risultato delle analisi potrà fornire elementi utili per individuare con certezza la fonte di inquinamento.

Una cosa è certa: contestualmente alla presenza di schiuma, che pare non avere un odore particolare, non è stata segnalata alcuna moria di pesci.
Per questo c’è qualcuno che si spinge ad ipotizzare che si possa trattare di un fenomeno naturale:

«Qualche tempo fa una presenza analoga era stata notata sull’acqua in uscita dalla centrale di Carpeneda – ci dicono -. Quella arriva direttamente dal lago d’Idro ed avevamo pensato che a provocarla potesse essere la decomposizione delle alghe presenti nel bacino».

Bisognerà attendere l’esito delle analisi insomma, magari confrontando il contenuto dei campioni “privati” vobarnesi con quelli “pubblici” di Vestone. 

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