900 mila euro per il Séngol
di Redazione

Proseguono i lavori per la sistemazione del fronte frana che all'inizio di febbraio ha interessato il monte Cingolo, fra Vobarno e Carpeneda. E dalla Regione arrivano 900 mila euro



Sabato 6 febbraio il monte Cingolo «vomitò» massi grandi almeno due metri cubi. Nessuno, fortunatamente, rimase ferito.
La frana però rese necessaria la chiusura della ex Provinciale IV, della strada che sale verso Teglie e Moglia e del bar La Roccia, posto proprio all'incrocio fra le due vie.

Una famiglia dovette abbandonare la casa e trasferirsi in un altro appartamento con l'aiuto della Caritas e la Valsir fu costretta a interrompere per un periodo una parte della propria attività, considerato che quel sabato un masso fra i più grosso piombò anche all'interno dello stabilimento.

Comune ed azienda non rimasero nemmeno un minuto con le mani in mano: stanziarono subito risorse utili al disgaggio delle porzioni di roccia più instabili, al ripristino delle opere paramassi danneggiate e all'innalzamento di un "vallo" capace di fermare i massi che dovessero sfuggire alle reti.

Ora anche la Regione ci mette del suo, stanziando 900mila euro dei quattro milioni richiesti dall'Amministrazione vobarnese, che si sta muovendo con l'intenzione di dare una risposta definitiva alle esigenze di sicurezza di quell'area. 

La strada per Teglie e Moglia, le due frazioni che per un mese hanno dovuto utilizzare il collegamento con Provaglio Valsabbia per non rimanere isolate, è aperta dalle 7 alle 18:30.
Il Bar Roccia è ancora chiuso e così anche un tratto della ex Provinciale IV.
Una situazione che si spera possa essere presto sbloccata.


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