Via Crucis con i «batedùr de bore»
di Aldo Pasquazzo

Grande attesa a Storo per la processione del Venerdì Santo che unisce folklore, tradizione, devozione e pietà popolare e che vedrà coinvolti anche una settantina di figuranti per le stazioni viventi


“Le condizioni meteo dovrebbero essere stavolta a favore. Comunque dopo le edizioni del 2013 e 2014, annullate per il maltempo, qualche precauzione è stata adottata. Si è stabilito che alle 16 di venerdì 25 marzo si deciderà se allestire le ‘stazioni viventi’; alle 20 toccherà al reverendo arciprete decano don Andrea Fava prendere una decisione, se annullare la processione e celebrare la Via Crucis in chiesa o, se il tempo fosse incerto o piovesse moderatamente, di farla con le sole bore iniziando alle 20,30”.

Ad anticipare il tutto è Gianni Zontini che dei batedùr de bore e processione serale del Venerdì Santo è e resta uno degli artefici. Si tratta della 14esima edizione da quando nel 2003 si è recuperata l’antica tradizione scomparsa 65 anni prima, vale a dire nel 1938.

Alla processione del Venerdì Santo, considerata la sola di simili proporzioni lungo il territorio del Chiese, si accoda di solito molta gente in larga parte proveniente da fuori. Tanti arrivano da Riva del Garda, Valle di Ledro , zona di Tione, Comano terme e Rendena e molti ancora dalla vicina Valsabbia.

Il docente Ernesto Romiti ha un ruolo e una parte: “Le prove serali - racconta il professore – sostenute all’intero dei fabbricati della Bonomini Costruzioni sono state otto. Si spera ovviamente in una serata fortunata come nel 2015, abbellita da una splendida luna piena. Due le bore di oltre 8 metri per un totale di 32 batedùr, più 4 accompagnatori-riserve e il ‘martì’ Elvio Zontini che detta il ritmo; lungo la processione si batte il ritmo tradizionale; al termine della Via Crucis le bore si esibiscono in un breve ‘concerto’ sul sagrato della parrocchiale di S. Floriano”.

Elvio Zontini considerato il martì, ossia il capo cordata, riferisce: “Quest’anno sono entrati in squadra 6 nuovi batedùr, di cui 2 giovanissimi: uno è sulla bora assieme al padre; in totale sono 105 gli storesi che si sono succeduti sulle bore; i fedelissimi, presenti a tutte le edizioni moderne, sono quattro”.

Ma sulla pianificazione del rito, che vede impegnate a vario titolo oltre 200 persone, la regia spetta all’insegnante Mariella Bonomini. “La prima e l’ultima stazione vengono commemorate in chiesa, le altre 12 ‘viventi’, cioè con figuranti, sono dislocate lungo le vie del centro storico, illuminate con lanterne colorate e con i caratteristici lumini-chiocciola; sono una settantina i figuranti tra i giovani dell’oratorio e una compagnia di adulti”.
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