Esportazioni bresciane in crescita nel 2015
di Redazione

Secondo i dati Istat gennaio-dicembre 2015 elaborati dal Centro Studi Aib, anche l’anno scorso ha fatto registrare una crescita dell’export bresciano, con una dinamica positiva anche nel quarto trimestre

Nel quarto trimestre del 2015, rispetto ai tre mesi precedenti, le vendite bresciane di beni sui mercati esteri risultano in aumento del 5,4%; gli acquisti dall’estero sono in crescita del 5,0%.

Nel complesso del 2015 le esportazioni crescono del 3,4% e le importazioni del 5,8%. In valore assoluto, ammontano, rispettivamente, a 14.681 e a 8.101 milioni di euro. Nonostante le incertezze che ancora caratterizzano la congiuntura economica, il valore delle esportazioni, che si confermano per l’economia bresciana come il principale driver di crescita, ha superato largamente il livello pre crisi ed ha raggiunto un record: era di 14.102 milioni di euro il valore dell’export nel 2008, valore tuttavia “gonfiato” da prezzi delle materie prime particolarmente alti, ed era di 14.200 milioni di euro il valore registrato alla fine del 2014. 

 Rispetto al 2014, la tendenza positiva delle esportazioni bresciane (+3,4%) è superiore a quella rilevata in Lombardia (+1,5%) e leggermente al di sotto di quella dell’Italia (+3,8%); la dinamica delle importazioni (+5,8%) è superiore sia al dato regionale (+4,6%) che a quello nazionale (+3,3%).

Tra i settori, l’aumento più significativo delle esportazioni, su base tendenziale, riguarda: articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+26,6%), mezzi di trasporto (+16,5%), computer, apparecchi elettronici ed ottici (+15,4%), apparecchi elettrici (+14,8%), sostanze e prodotti chimici (+10,9%), legno e prodotti in legno, carta e stampa (+9,7%).

La contrazione delle vendite all’estero di prodotti alimentari, bevande e tabacco (-8,3%), di coke e prodotti petroliferi raffinati (-8,0%) e di metalli di base e prodotti in metallo (-4,1%) contribuisce a frenare la crescita dell’export bresciano.

Tra i mercati di sbocco, i più dinamici sono: India (+22,9%), Spagna (+18,7%), Regno Unito (+17,4%), Stati Uniti (+7,7%) e Cina (+7,5%). Calano sensibilmente le esportazioni verso la Russia (-27,6%) e il Brasile (-27,1%), aree la cui domanda è in contrazione a seguito della recessione in atto, e in maniera più contenuta verso la Turchia (-4,1%) e alcuni Paesi UE (Francia, Belgio).  A livello geografico, in termini di quote, aumenta l’importanza delle aree: America settentrionale (7,3%), soprattutto per il tasso di cambio più favorevole, Unione europea a 28 (63,6%) e Asia (11,1%). Risultano, invece, in contrazione le aree: Paesi europei non UE (8,1%), Africa (6,3%) e America centro-meridionale (2,9%).

Per quanto riguarda le importazioni, sono in espansione gli acquisti nei settori: articoli farmaceutici, chimico-medicali e botanici (+48,9%), computer, apparecchi elettronici e ottici (+38,7%), mezzi di trasporto (+16,9%), macchinari ed apparecchi (+15,7%), metalli di base e prodotti in metallo (+10,9).

Le importazioni di coke e prodotti petroliferi raffinati (-35,7%), prodotti dell’estrazione di minerali da cave e miniere (-28,9%), prodotti delle attività di trattamento dei rifiuti (-5,6%) sono in diminuzione.

Gli acquisti di prodotti hanno principalmente coinvolto i mercati di: Russia (+44,6%), Cina (+25,8%), Spagna (+15,2%), Belgio (+12,4%) e Turchia (+7,5%). Sono invece diminuite le importazioni da: Algeria (-40,1%), Stati Uniti (-11,2%) e Brasile (-8,2%). In termini di quote, risultano penalizzate le aree America settentrionale (1,5%) e America centro-meridionale (3,1%) a favore di Paesi europei non UE (7,8%) e Asia (14,4%).

Il saldo commerciale è positivo (+6.581 milioni di euro), in aumento dello 0,6% rispetto a quello del 2014 (+6.545 milioni di euro).

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