Il Maggiore Giuseppe Moneta di Vestone
di Guido Assoni

Fu comandante del 1° battaglione del 77° Reggimento di fanteria della Divisione “Lupi di Toscana” sul fronte greco-albanese


Con assoluta indifferenza ai sentimenti ed alla morale comune e con l’illusione che la guerra sarebbe stata breve e con esito ormai deciso stante gli iniziali successi nazisti nei mesi di aprile e maggio del 1940, i vertici del fascismo non esitarono ad aprire il fronte occidentale attaccando la Francia.

Siamo al 10 giugno 1940.
“Mi serve  un pugno di morti per sedermi al tavolo delle trattative”, così tuonava Mussolini.
Dunque, non per vere e proprie necessità belliche ma “per  fare pesare sul tavolo della pace alcune migliaia di morti” ebbe inizio per l’Italia un immane conflitto caratterizzato dall’impreparazione delle forze armate e da una pessima pianificazione politica e militare.

Il 28 ottobre 1940, nel 18° anniversario della marcia su Roma, venne dichiarata guerra alla Grecia quale alleata della Gran Bretagna.
Si aprì così il fronte greco-albanese con quattro Divisioni ritenute più che sufficienti per la conquista del territorio ellenico.
Da una parte l’esercito greco, bene armato ed equipaggiato, animato da nobile spirito patriottico esaltato dalla necessità di difendere la propria terra e con perfetta cognizione del teatro delle operazioni.
Dall’altra parte l’improvvisazione con mancanza di preparazione specifica, truppe inquadrate ed addestrate affrettatamente, errati calcoli dei movimenti e delle controffensive dell’esercito nemico.

E’ stata un’infinita odissea del corpo di spedizione italiano obbligato ad una penosa ritirata in situazioni indicibili per l’ostilità dell’ambiente naturale, con pessime condizioni delle strade e l’asprezza delle condizioni meteorologiche.
Ingenti le perdite soprattutto nella Divisione Alpina Julia che si era spinta in profondità nell’avanzata iniziale.

Lo Stato Maggiore Italiano, resosi conto dell’arduo compito, cercava di rimediare inviando in Albania altre Divisioni tra cui la “Lupi di Toscana”.
Nel 77° Reggimento di fanteria faceva parte, quale tenente medico di completamento, il Dott. Silvano Anselmi, richiamato alle armi dopo aver prestato servizio presso gli Spedali Civili di Brescia nel reparto di prima chirurgia.

E’ molto importante la figura di questo ufficiale medico in quanto ha lasciato una testimonianza scritta dal pregevole valore storico.
Un libro dal titolo emblematico: “Dalla sala operatoria al greto della Vojussa” con dedica “ai morti e ai vivi della divisione Lupi di Toscana  in cui vengono minuziosamente narrate le vicende dei reparti della Divisione composti prevalentemente da elementi bresciani e bergamaschi.
Poveri soldati mandati allo sbaraglio su posizioni avanzate attaccate da ingenti forze nemiche, privi dell’appoggio delle artiglierie e mancanti spesso di rifornimenti, di collegamenti e di ordini.

Una pagina drammatica e sconvolgente,
con il cosciente sacrificio di una generazione che nulla chiese e tutto offrì disinteressatamente.
Basti pensare che alla fine dei combattimenti sul Malj-Tabajani (gennaio 1941) dei due reggimenti di fanteria che contavano seimila effettivi, non sopravvissero che circa quattrocento soldati e qualche decina di ufficiali.

Ai primi di marzo del 1941 venne ricostituita la Divisione, quadri e truppe al completo, armamento efficiente, artiglieria al seguito, buon addestramento per una controffensiva che si rivelerà efficace soprattutto grazie all’intervento tedesco sui Balcani.
In questi frangenti emerse la figura del Maggiore Giuseppe Moneta, ufficiale di completamento, chiamato a comandare il 1° battaglione del ricostituito 77° Reggimento di fanteria della Divisione “Lupi di Toscana”.
Figlio di Santo, possidente e di Orandi Evelina, nacque a Vestone il 04/08/1893 in via Carceri, in fondo al paese ove c’era il fotografo e tutt’ora un Istituto bancario.
Avvocato, senza avere esercitato la professione, era direttore amministrativo degli Spedali civili di Brescia quando venne richiamato alle armi.

Assunse il comando del battaglione presentandosi ai soldati con estrema cordialità e chiedendo a ciascuno di loro soprattutto amicizia prima ancora di una piena dedizione.
Espresse viva considerazione e ammirazione per i reduci di Malj Tabajani e un sincero rincrescimento di non essere stato presente alle operazioni.

E’ l’uomo più gentile, più buono, più altruista che io abbia mai conosciuto”, così si esprime il dott. Anselmi nel suo libro, rievocando anche l’attività in comune nel vecchio nosocomio cittadino e ai molteplici ricordi e reciproche amicizie.
Intanto l’armistizio tra la Grecia e la Germania nazista e di conseguenza anche con l’Italia fascista, pose fine alla drammatica campagna greco-albanese.

Dopo il rientro in Patria, l’avvocato Moneta seguì sempre le sorti della Divisione fino all’08 settembre 1943 quando, dopo l’armistizio, il reparto si disciolse e ognuno dei suoi componenti prese una decisione di scelta personale.
Iscrittosi alla Repubblica Sociale Italiana, appartenne alla Guardia Nazionale Repubblicana – 16° Comando militare provinciale con il grado di colonnello.

L’avvocato Giuseppe Moneta da Vestone purtroppo non potè riprendere il suo posto di direttore amministrativo dell’ospedale civile di Brescia.
Il 02 settembre 1944, verso le 20,30, mentre da Brescia rientrava in bicicletta a Collebeato dove era sfollato, venne aggredito da quattro garibaldini e fatto segno ad un colpo di pistola in pieno volto.

Soccorso dal sottotenente Garrone della Polizia postelegrafonica, cessò di vivere pochi minuti dopo all’età di 51 anni.
Ancora agonizzante a terra gli autori dell’aggressione si peritarono di sottrargli l’orologio da polso.
Di questa nobile figura non resta altro che il ricordo sui libri che rievocano l’epopea greco-albanese e una nuda croce di cemento in località “alla Pendolina” (via Roma, 53 di Collebeato) ove si verificò il tragico agguato

Guido Assoni

Testi consultati:
Silvano Anselmi – “Dalla sala operatoria al greto della Vojussa”.
Lodovico Galli – “Pagine di Verità”.
Lodovico Galli – “Documentazione della Questura bresciana della R.S.I. – 1943 – 1945”


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