Storo: dati preoccupanti per l'ambiente
In una lettera il punto di vista del Comitato "Bene comune" di Storo sulle questioni ambientali che affliggono l'area, fra terra, aria e suolo. Il Comitato chiede un confronto con l'Amministrazione comunale



Negli ultimi mesi l'interesse per le questioni ambientali a Storo è tornato ad essere alto. Purtroppo però questa rinnovata attenzione deriva dalla conferma o dalla scoperta di notizie preoccupanti  sullo stato di salute del territorio che ci circonda.
Terra, aria, acqua. Su ciascuno di questi elementi si possono riscontrare problematiche evidenti.

Terra, come evidenziato dalle circa 30 mila tonnellate di rifiuti da lavorazione del bario e dalla scoperta di metalli pesanti addirittura a livello superficiale nell'area antistante gli stabilimenti della Mineraria Baritina a Darzo.

Aria, perché il livello di polveri a Storo, ma ormai anche nelle frazioni di Darzo e Lodrone, lo si vede letteralmente ad occhio nudo, senza contare le evidenze olfattive che ciascuno di noi ha potuto riscontrare in questo inverno poco piovoso.

Acqua, considerati gli allarmanti dati diffusi da Appa sullo stato di salute del fiume Chiese ma anche l'apparente calo della falda acquifera sottostante la piana di Storo, che causa problemi all'agricoltura e fa pensare a costosissimi sistemi di irrigazione alternativi.

Su ciascuna di queste situazioni il Comitato Bene Comune - Storo ha una posizione molto semplice e, crediamo, di buon senso.
Laddove non ci sono certezze o ci sono chiari dubbi sulla qualità delle analisi effettuate è necessario approfondire e migliorare i controlli in modo da dissipare i dubbi ed avere un quadro affidabile della situazione sul quale valutare eventuali interventi.
Dove invece le evidenze sono incontestabili si deve semplicemente procedere rimettendo le cose in ordine.

Per andare nei dettagli delle specifiche questioni:

(1) i dati evidenziano come la qualità delle acque del Chiese rilevata all'altezza del ponte dei tedeschi sia pessima, e non solo per i livelli di Ph ma anche per le sostanze che vi si ritrovano disciolte. 
Raccontare che il tutto sarebbe causato dai tempi di rilascio delle acque effettuati a monte non pare credibile.

Questi interventi possono certo avere un effetto, ma a quanto ne sappiamo noi non un effetto delle dimensioni riscontrate, né possono avere a che fare con le tracce di anticrittogamici rilevate.

Sempre a tema acqua ricordiamo come molti segnali facciano pensare che essa si sia abbassata nel corso degli anni, e se ciò corrispondesse al vero ci sarebbero seri rischi per la piana di Storo, visto che l'agricoltura intensiva che in massima parte vi si pratica è basata su colture come il mais che si avvantaggiano proprio della forte risalita capillare dovuta ad avere una falda "alta".

Prima di pensare a faraonici progetti di irrigazione andando a captare l'acqua da Riccomassimo riteniamo allora sia il caso di verificare come sta effettivamente la falda ed identificare le eventuali ragioni per un suo abbassamento. 
Se ad esempio il fenomeno fosse verificato e si scoprisse che dietro ad esso c'è l'eccessivo e continuato prelievo a fronte delle mutate condizioni meteorologiche, con anni assai più siccitosi che in passato, sarebbe prioritario intervenire sulle cause dell'abbassamento e non investire risorse per milioni di euro in improbabili sistemi di irrigazione sulla cui efficacia sarebbe comunque lecito nutrire più di un dubbio.

(2) A quanto abbiamo potuto verificare e comprendere, le analisi effettuate dalla Provincia negli scorsi anni sull'area boschiva di proprietà della Mineraria Baritina riguarderebbero solamente il terreno superficiale.
Non si sarebbero dunque compiute verifiche sul sottosuolo, e nemmeno sulle acque che defluiscono dalla zona di deposito del materiale di risulta.
Ciò nonostante le analisi riportano un elenco lungo e preoccupante di metalli pesanti quali ad esempio cromo, arsenico, rame, cobalto, piombo, mercurio eccetera.

Ci viene detto che i quantitativi rinvenuti non sono preoccupanti, ma se le analisi riguardano davvero solo il terreno presente in superficie cosa potrebbe nascondersi nel sottosuolo?
Ci sono fondate ragioni (e qualche testimonianza) che inducono a credere che nella zona possano essere sepolti da decenni altri rifiuti oltre alle 30 mila tonnellate di resti della lavorazione del bario dei quali si è accertata la presenza.

Anche in questo caso quindi la soluzione da mettere in campo appare chiara: approfonditi e certosini controlli sul terreno e sul sottosuolo, ma anche su piante ed acque presenti nell'area.
Solo a quel punto si potrà dire quale sia la gravità della situazione determinando se sia o meno necessario agire a tutela della salute pubblica e dell'ambiente.

(3) Infine la qualità dell'aria. A dire che nel Comune di Storo non sia buona non lo dicono solo le analisi svolte a seguito delle sollecitazioni dei cittadini e del Comitato, lo si vede ad occhio nudo e lo si percepisce "a naso".

La domanda da porsi qui è semplice: i dati danno un'immagine veritiera della situazione oppure no?
Noi del Comitato Bene Comune riteniamo ci sia più di una ragione per ritenere che i dati reali siano più preoccupanti di quelli usciti dallo studio Appa.

Ad esempio in passato abbiamo più volte ricordato come avessimo richiesto tutta una serie di analisi che in un primo momento ci vennero promesse ma che poi non vennero mai effettuate (Pm 2,5 per dirne una) per "problemi tecnici" e non possiamo dimenticarci che la disposizione della centralina fissa a Storo in via Battisti era a nostro giudizio ben lungi dall'essere ottimale per verificare la piena portata dell'inquinamento (noi avevamo suggerito Piazza Cortella come luogo ideale per questa rilevazione).

Anche il periodo di rilevazione 2014-15, particolarmente umido, ha probabilmente aiutato a fornire un quadro meno realistico della situazione.
Se ad esempio le analisi fossero state effettuate durante l'attuale periodo autunno-inverno osiamo sostenere che i livelli di polveri sarebbero risultati assai più preoccupanti. A fronte di ciò, il Comitato  ribadisce quanto affermato già in passato: a Storo serve almeno una centralina di rilevazione fissa dell'aria, come se ne trovano disposte lungo l'asta dell'Adige (anzi a quanto ci risulta SOLO lì), che fornisca dati approfonditi su tutta una serie di elementi che le analisi del 2014-15 non hanno potuto evidenziare
. Ricordiamo che questa posizione era stata condivisa dall'attuale Amministrazione Comunale che in campagna elettorale l'ha inserita nel proprio programma.

Con questa lettera il Comitato chiede pubblicamente un incontro all'amministrazione comunale per discutere di quanto enunciato sopra.
Per informazione e trasparenza anticipiamo anche quelle che sono alcune delle cose che riterremmo utile realizzare a Storo, ovvero l'acquisizione e la messa a disposizione dei cittadini dei dati sulla mortalità da tumore riguardanti la popolazione del Comune, un controllo preciso sulla qualità delle sostanze che fuoriescono dal depuratore comunale e, data la gravità dei problemi, l'istituzione di un'apposita commissione ambiente.
Speriamo che l'attuale maggioranza voglia trovare il tempo per ascoltarci.

Il Comitato Bene Comune - Storo

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