Un'ora con... Alberto Rizzi
di Giancarlo Marchesi

Verrà presentato questo venerdì sera a Vestone, primo di una serie di incontri con l'autore promosso dalla biblioteca civica vestonese, il volume "I toponimi di Nowy Swiat". Sarà presente l'autore, lo storico dell'arte Alberto Rizzi



Da Varsavia, bella ed elegante capitale della Polonia, ad Alone, isolata comunità del Savallese.
È questo il percorso umano e professionale compiuto da Alberto Rizzi, apprezzato storico dell’arte, dai primi anni Ottanta ad oggi.

Laureatosi in lettere all’Università di Padova, con una tesi sulle chiese rupestri del Basilicata, nel 1969 Rizzi ottiene la direzione dell’Accademia dei Concordi di Rovigo. Successivamente presta la propria attività presso le Soprintendenze ai beni artistici e storici di Bologna, Venezia e Trieste, dapprima come collaboratore e poi, dal 1975, come funzionario. Nel biennio 1976-77 dirige la quasi totalità dei lavori sugli affreschi in seguito al terremoto in Friuli del 1976. Nel 1978 è nuovamente a Venezia in qualità di direttore presso la locale Soprintendenza. Dopo queste esperienze, passa a disposizione del ministero degli Esteri, ricoprendo la carica di attaché culturale in Polonia dal 1981 al 1987, dove organizza il nuovo Istituto italiano di cultura a Cracovia.

Sul finire degli anni Ottanta, si congeda dal ministero dei Beni culturali per dedicarsi alla ricerca, che non aveva abbandonato neppure negli anni polacchi. Da quella fase, lo studioso veneziano inizia una indagine globale sui leoni marciani, una ricerca capillare che lo conduce a setacciare tutti i possedimenti della Serenissima: un affascinante viaggio, dalle rive dell’Adda al mare di Cipro, a «caccia» dell’emblema leonino. Oggi, infatti, l’antico territorio della Repubblica veneta è ripartito tra sette Stati: Italia, Slovenia, Croazia, Montenegro, Albania, Grecia e Cipro.
A distanza di quasi trent’anni dall’esperienza varsaviense, ha deciso di dare alle stampe un agile volume di «rimembranze» dal titolo: «I topolini di Nowy Świat. Ricordi di sei anni nella Polonia di Jaruzelski» (Edizioni Cierre grafica, pp. 91, 2015).

«Non avrei mai scritto questo libriccino di ricordi – dichiara al nostro giornale l’autore – se su mia iniziativa non avessi ottenuto, tramite la cortesia di un ricercatore universitario, il rapporto segreto del mio soggiorno lavorativo in Polonia». «Una prima lettura del mio dossier – prosegue Rizzi – mi ha stupito ed irritato insieme. Non avrei infatti mai pensato che nel “blando” totalitarismo della Repubblica Popolare di Polonia sarei stato oggetto di tanta assidua sorveglianza, diretta da un maggiore e coinvolgente colonnelli e generali.
Rileggendo poi con più calma quelle stesse pagine non ho potuto fare a meno di riflettere su come durante l’abissale crisi economico-politica che attraversava allora il Paese si perdesse tanto tempo e si spendessero tanti soldi per cose del genere.
Come non pensare, per reazione, alle code al freddo di tanta gente o alla mancanza di generi di prima necessità allorché apprendo che venivano effettuate nelle mie abitazioni periodiche incursioni, descritte alla stregua di perigliose azioni belliche, coinvolgenti peraltro solo la privilegiata casta degli ufficiali, per scoprire infine una misteriosa polvere bianca che altro non era che borotalco Roberts nella sua confezione tradizionale Liberty?
E che dire – conclude l’autore – di quell’agente segreto che a Cracovia si meravigliava di una mia abilità professionale nel cercare di depistarlo, mentre invece la mia attenzione era rivolta esclusivamente ai monumenti cittadini, soffermandomivi e girandovi spesso attorno?».

In omaggio all’amata Valsabbia, Alberto Rizzi ha deciso di presentare in anteprima questo volume, venerdì 19 febbraio alle 20.30, presso la sala conferenze della biblioteca civica di Vestone, nell’ambito del ciclo d’incontri culturali organizzato dall’ente intitolato allo storico Ugo Vaglia.


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