Pietre d'inciampo, per fare memoria
di c.f.

In occasione della “Giornata della Memoria”, saranno posate lunedì prossimo, 18 gennaio, a Salò e a Gardone Riviera due “Pietre d’inciampo” per ricordare due vittime dello sterminio nazista degli ebrei


Per il quarto anno, per iniziativa dell’Aned di Brescia (Associazione Nazionale ex deportati Politici nei campi nazisti “Andrea Trebeschi”) e della Ccdc (Cooperativa Cattolico Democratica di Cultura), torna nel bresciano l’iniziativa ideata dall’artista tedesco Gunter Demnig per la posa di due “Pietre d’inciampo” per ricordare due vittime della Shoah.

Le pietre d’inciampo sono “monumenti minimi” che ricordano le vittime del nazismo. Ne saranno posate due lungo la riviera del Garda bresciano, sulla sede stradale antistante le ultime dimore di due vittime del nazismo, cittadini che subirono la deportazione nei lager e che là morirono.

Nella ricostruzione dei profili biografici delle due vittime gardesane sono stati coinvolti gli studenti delle scuole.

Salò ricorda Massimo Loewy
A Salò si è così scoperto che il 2 dicembre 1943, militari italiani prelevarono dalla sua abitazione, in via Rive Grandi 13 a Barbarano, l’ebreo apolide Massimo Loewy, nato a Moravska Ostrava (Repubblica Ceca) il 29 settembre 1888 e domiciliato appunto a Barbarano al tempo della Seconda guerra mondiale. Detenuto prima a Salò e poi a Brescia, Loewy fu trasferito successivamente a Fossoli e da lì deportato il 22 febbraio 1944 al campo di sterminio di Auschwitz, dove morì in data ignota. Con lui furono tratte in arresto le figlie Carola ed Helene, nate sul Garda nel 1914 e 1916, poi riconosciute di «discendenza mista di primo grado perché figlie di madre ariana di nazionalità tedesca» e come tali rilasciate dal carcere di Salò.

Gardone Riviera ricorda Alfredo Russo
A Gardone le ricerche anagrafiche hanno invece strappato all’oblio la storia di un cittadino ebreo, Alfredo Russo, nato a Vienna il 25 settembre 1871 e rifugiatosi nel 1939 a Gardone, su quella riviera che sarebbe poi diventata la “tana del lupo”, a due passi dalla residenza di Mussolini e dagli apparati di potere della Rsi. Al momento del suo arresto, nel gennaio del ’44, Russo era domiciliato nell’allora via Roma 91, toponimo corrisponde all’attuale vicolo Ars 10. Alfredo Russo fece parte dello stesso convoglio di Primo Levi e fu eliminato all’arrivo ad Auschwitz il 26 febbraio 1944.

Per l’occasione, lunedì prossimo sarà presente l’artista tedesco Gunter Demnig, ideatore dell’iniziativa nata nel 1995 e pensata per depositare, nel tessuto urbanistico e sociale delle città europee, una memoria diffusa dei cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti (altre info, in inglese, sul sito dell’artista; clicca qui: www.stolpersteine.eu).

A Barbarano la posa della pietra è in programma alle 15; un’ora dopo, alle 16, la cerimonia a Gardone Riviera. Le targhe in ottone applicate su cubetti di porfido, monumenti minimi già presenti in 50mila esemplari in 16 paesi europei, faranno memoria delle vicende di Lowey e Russo sul selciato di quelle che furono le loro ultime abitazioni.
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