Anfo dovrà pagare
di Ubaldo Vallini

La vecchia querelle fra l'Amministrazione anfese ed alcuni tecnici che avevano progettato opere per il paese è arrivata ad un punto cruciale: per evitare il pignoramento di beni il Comune dovrà pagare. E sono più di centomila euro



Tre progetti già dotati di tutte le autorizzazioni, pronti per essere appaltati.
La vecchia Amministrazione comunale li aveva richiesti, ma quella nuova, risultato delle elezioni di cinque anni fa, non voleva più saperne, men che meno di pagare i progettisti.

Si tratta di 102 mila euro, più gli interessi e le spese legali, che ora il Comune di Anfo dovrà liquidare ai tre professionisti.
Una cifra importante per il piccolo comune rivierasco.
Tempo pochi mesi per farlo, prima che a carico del municipio possa maturare la fase del pignoramento.

E’ quanto ha previsto la Corte d’Appello del Tribunale di Brescia alla quale il Comune si è appellato dopo la sentenza sfavorevole del primo grado di giudizio.
I giudici nelle scorse settimane, pur non intervenendo nel merito della controversa questione, hanno rifiutato agli avvocati del Comune la “sospensiva”, richiesta in attesa di un pronunciamento che invece avverrà fra dicembre e gennaio del 2019, in tre distinte sentenze, una per ogni ricorso.

Un progetto è quello che prevede il prolungamento della passeggiata a lago fra Anfo e la zona del Liperone, per il quale l’ingegner Giampietro Stagnoli dovrà ricevere 51.609 euro.
L’altro è dell’architetto Ilaria Carè e riguarda il restauro per la fruizione del Forte di Cima Ora, per 11.515 euro.
Il terzo contempla la valorizzazione ambientale ed alcuni interventi per la fruizione del lago d’Idro, del geometra Francesca Mussi, da liquidare in 39.613 euro.

Tutte pianificazioni in linea con quanto l’Amministrazione Bonardelli aveva previsto nel piano di messa in sicurezza e di valorizzazione del lago d’Idro coi soldi della Regione.
Accordo che il nuovo sindaco Gianpietro Mabellini aveva inizialmente rifiutato di applicare, salvo poi rivedere i suoi piani, ma questa è un’altra storia.

«Pagheremo ed abbiamo già previsto come, ma non ci diamo certo per vinti – ci ha detto ieri il sindaco Mabellini -. Nell’attesa che la Corte d’Appello si pronunci nel merito della questione, infatti, siamo certi di poter individuare altre responsabilità in merito a questa vicenda.
E siamo convinti che alla fine questi soldi faranno rientro nelle casse comunali, ci volesse anche il pronunciamento della Cassazione».


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