I 90 anni di Aldo Giacomini
di Redazione

Sarà festeggiato questa domenica, con l’inaugurazione di un nuovo cartello del sentiero intitolato alla Brigata delle Fiamme Verdi "X Giornate", il compleanno del partigiano che ha ideato e realizzato i sentieri della Resistenza bresciana



Per festeggiare il compleanno di Aldo Giacomini, questa domenica 29 novembre alle ore 11, il partigiano i suoi familiari e gli amici si ritroveranno vicino al ristorante Grillo in Maddalena, per inaugurare il nuovo cartello del sentiero della Resistenza bresciana 14, intitolato alla Brigata delle Fiamme Verdi "X Giornate".
 
Lunedì 30 dalle 18, all’interno della trasmissione “Teletutto Racconta”, saranno fatti gli auguri ad Aldo Giacomini e messo in onda il video in cui parla dei sentieri della Resistenza e della guida Sui monti ventosi.

Riportiamo un ritratto di Aldo Giacomini tracciato da Pier Luigi Fanetti

Conosco il novantenne “rebélo” da quando, con Carlo Branchi ed altri sonicesi, si progettò il sentiero in Val Malga, intitolato al partigiano  Francesco Troletti,  che è il penultimo degli itinerari escursionistici della Resistenza bresciana realizzati dal gruppo coordinato per ventidue anni da Aldo Giacomini ed illustrati nell’edizione 2004 della guida “Sui monti ventosi”.
Nato il 29 novembre 1925 a Campione del Garda, dove il padre socialista si era trasferito da Belprato con la famiglia per mettersi al riparo dalle ritorsioni dei fascisti sabbini, il diciottenne Aldo si ribellò ai nazifascisti disertando e, spinto da un giovanile desiderio di libertà, si nascose con due amici sui monti di Provaglio Valsabbia per tirar sassi e qualche fucilata, patendo fame e freddo, durante l’inverno del 1943.
Ricevuto il consiglio di allontanarsi dalla zona dove si era fatto troppo notare, nella primavera del 1944 scese nelle vicinanze della città e, con  falsi documenti di lavoratore dell’organizzazione tedesca Todt, entrò a far parte del Gruppo mobile della Brigata Fiamme Verdi “X Giornate” la cui attività consisteva principalmente in attentati, sabotaggi e quelle che lui chiama beffe ai nemici: recuperi di armi e munizioni, mezzi di trasporto, vestiario e viveri; una sorta di guerriglia che aveva lo scopo di sfiancare con azioni di disturbo i nazifascisti. Dopo la liberazione della città, il 9 maggio 1945 consegnò le armi. A distanza di due anni e mezzo giunse il riconoscimento della qualifica di partigiano combattente relativamente al periodo 1 marzo 1944 – 25 aprile 1945.
Di spirito arguto e vivace gli è rimasto ancora lo sguardo ironico di un tempo, sa guardare con disincantata lucidità al mondo di oggi e ama ancora raccontare con memoria precisa fatti ed episodi della sua esperienza partigiana in occasione di incontri con studenti e di commemorazioni.
Aveva ereditato dal padre alpino – sciatore, combattente della grande guerra prima e poi comandante partigiano, la passione per la montagna e lo sci che trasmise ai giovani curando negli anni ’60 e ’70 la loro formazione sportiva.
Negli anni 70, vedendo sui monti cippi e croci di partigiani caduti, gli venne l’idea di realizzare itinerari dove avevano operato le brigate partigiane al fine di trasmettere i valori di chi «fece il monello in un gioco di morte per un ghiribizzo di libertà» come scrisse Emilio Arduino nel 1946 in “Brigata Perlasca”.
Con amici del Cai e di altri gruppi escursionistici ha costituito il Gruppo operativo volontario dei sentieri della Resistenza bresciana che, dal 1982 al 2004, ha tracciato circa 500 chilometri di percorsi fra montagne e pianura; si trattava del progetto di un Museo nazionale storico all'aperto che fu presentato al presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi nel dicembre 2004 e al Consiglio d'Europa nel giugno 2005.
L’idea di far incontrare memoria storica, osservazioni naturalistiche e geologiche, tradizioni locali, passione per l’escursionismo risultava innovativa e tale da poter costituire anche un  apporto economico per paesi di montagna interessati.
Sciolto il gruppo, dal 2006 la manutenzione dei sentieri della Resistenza è diventata più problematica e difficoltosa, fatta parzialmente grazie alla buona volontà di singoli, gruppi e, talvolta, di amministrazioni pubbliche; ciò sconforta il partigiano che ancora il 25 aprile scorso è tornato in Maddalena, sul sentiero intitolato alla sua brigata, per ricordare, a vecchi e giovani, che «la libertà è costata cara molto, tenetela da conto».
Buon compleanno, resistente Aldo!

(pubblicato in Graffiti, novembre 2015)
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