Traslocati
di Insieme per Vobarno

Il municipio di Vobarno non è più nel palazzo storico adiacente al Ponte Vecchio, nei giorni scorsi è stato spostati nell'ex palazzo "Secoval" e in parte nello stabile che ospita anche la biblioteca. In una lettera ecco il punto di vista della minoranza in Consiglio



Il trasloco del Comune è cosa fatta.
Capannelli di vobarnesi tra la Piazzetta e Largo Donatori di Sangue commentano quotidianamente il “fattaccio”: il vuoto creato dall’abbandono del centro storico è ora ben visibile.

Quasi lo si tocca con mano: tapparelle abbassate, bandiere ammainate in fretta e furia e collocate indegnamente sulle scale d’emergenza del nuovo edificio; poche le persone che frequentano il ponte vecchio e il vecchio centro del paese: spettacolo tristissimo, adatto a questa fine di novembre.
Che i 630 firmatari della petizione contro lo spostamento avessero ragione?

Potrà sembrare banale, ma è nostra convinzione che più i cittadini possono raggiungere a piedi i luoghi dei servizi, più il paese vive. Nel nostro caso si aumenta solo il traffico di auto e l'inquinamento.
Adesso qualcuno si rende conto di un degrado che è appena iniziato.
Qualcuno accenna a dietrologie, come spesso capita con le vicende della politica: staremo a vedere.

Secondo noi l’interpretazione di quanto è accaduto è assai più semplice
: IMPROVVISAZIONE.
Sulle fasi di progettazione e realizzazione del trasferimento sono circolati aneddoti davvero divertenti; ma l'argomento è troppo serio per riproporli qui.
Siamo riusciti a salvare la Biblioteca e questo è un grande merito della nostra azione.

Per il resto, basta che i vobarnesi facciano una visita alla nuova sede degli uffici (in primis quelli demografici!) per rendersi conto se davvero valeva la pena svuotare i palazzi storici per questa sistemazione abborracciata.

Riassumiamo.

L'anagrafe è più distante di prima dal resto degli uffici comunali; nei locali degli uffici demografici manca letteralmente il ricircolo dell'aria (anzi, a ben vedere, c'è la “presa diretta”, visto che in pratica la distanza del bancone dalla strada è minima); manca la sala d'attesa e il rispetto della privacy.

L'accesso ai servizi sociali
avviene attraverso la scala di emergenza, che dovrebbe normalmente servire come via di fuga in caso di calamità; si tratta – andate a vederla! -  scala in ferro difficilmente “scalabile” dalle persone anziane e pericolosa nei mesi invernali.
Per arrivarci c'è un percorso esterno che pare più l'ingresso di un cantiere edile che non quello del municipio.

In alcuni uffici, data la dimensione e la disposizione dell’arredo, gli operatori bisogna cercarli tra i mobili. E' vero c'è un parcheggio grande (anche se in parte proprietà di privati);  ci stanno anche i “camions”.

Diciamocela tutta: anche in Largo Donatori di Sangue i posti auto non mancavano.
Ancora: conseguentemente a questa scelta, Vobarno non possiede più alcuna saletta per riunioni di piccoli gruppi: o la biblioteca o il teatro comunale; ma con tariffe d’ utilizzo proibitive per tante associazioni che non hanno disponibilità di contributi economici.
Si tratta, non nascondiamocelo, di un limite enorme alla partecipazione alla vita pubblica per le oltre ottanta associazioni esistenti.

Il nostro gruppo di minoranza aveva avanzato più di una proposta pur di evitare questo scempio, la cui macchia resterà indelebile per il Sindaco e la Giunta.
Avevamo proposto in primis di rinviare tutto di alcuni mesi, di riprendere in mano il progetto esistente (in parte già attuato con le migliorie al tetto e interne, con parecchi soldi spesi), ragionare su alcune modifiche e spostare meno uffici possibili durante i lavori. Non accolta.
Poi proponemmo di riqualificare il piano terra dei portici anche affittando gli spazi purtroppo ormai vuoti, nell'ex-farmacia ricevere il pubblico, fare l'ascensore e interventi collegati.
Niente da fare!

Infine proponemmo uno scambio di uso dei locali della “Casa delle Associazioni” con i locali dove oggi sono trasferiti gli uffici. Le associazioni, che usano poco gli spazi, avrebbero avuto sistemazione più ampia e vicina alla biblioteca, gli uffici del comune avrebbero migliorato la loro disposizione restando nel centro storico.
Proposta non accolta.

Quel che è evidente è che le premesse da cui è partita la Giunta, ovvero l’accorpamento degli uffici e la maggior efficienza nonché un ipotetico risparmio, non si sono minimamente realizzati.
Quel che è chiaro è che non c'è stato alla base di questa scelta nessun ragionamento su quale paese disegnare per il futuro: IMPROVVISAZIONE!
Hanno dovuto inventarsi la provvisorietà del trasloco, per giustificare tutto.

Noi su questo li incalzeremo: per noi il Comune deve tornare dov'era e in tempi ragionevoli; prima che il degrado e l'usura del tempo rovini del tutto gli stabili.
Ci auguriamo per i vobarnesi che la Giunta trovi i finanziamenti sufficienti per poter ristrutturare e tornare.
Intanto però - è bene saperlo -, si son spesi tanti euro per il trasloco (vedremo il conto finale), e si pagherà un canone di affitto di 20.000 euro l'anno.
Saremo alla fine del triennio abbondantemente sopra i 120.000 euro.
Con questa cifra si poteva fare subito l'ascensore nel vecchio palazzo, accendendo un piccolo mutuo.

Quel che sorprende è che la Lega
, così legata alle tradizioni e al territorio non abbia battuto ciglio sulla vicenda, pur essendo stata decisiva nella vittoria elettorale.

Abbiamo sentito supporter dell'amministrazione teorizzare che chi vince le elezioni può fare ciò che vuole; ma in democrazia non è sempre così: bisogna a volte saper ascoltare anche gli altri.

I simboli della comunità vobarnese, diceva uno del gruppetto, sono da sempre IL PONTE, IL COMUNE, LA CHIESA , IL CAMPANILE: perché cambiare?
 
Vobarno, 23 settembre 2015
Gruppo consiliare Insieme per Vobarno


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