San Martino
di Tatiana Mora

Inizia oggi una collaborazione con Tatiana Mora, autrice del libro "Come se dis?. Come recita il sottotitolo del volume, vuol essere un "percorso di antropologia storica in Valsabbia". Iniziamo con San Martino e, ovviamente, con Treviso Bresciano


É proprio in questi giorni che cade, in un paese della nostra Valle, una data molto sentita: l'11 novembre. Sapete di cosa si tratta?

In ogni paese, il giorno del Santo patrono era davvero un giorno di festa; tutte le attività si fermavano, era un'occasione per riposare e stare insieme ai propri cari.

O. P. racconta: « ...nel mio paese c'era festa grande al patrono...l'11 là è proprio festa grande...c'erano spiedi da tutte le parti...e se venivi a Vestone, trovavi ancora gente che tornava a casa, si attaccava al muro perché era bella piena!».

Infatti a Treviso Bresciano, ancora oggi, il giorno di San Martino la gente è in fermento:
«[...] San Martino: la festa degli spiedi. […] S'intravedono beatitudini da tavola grassa e bottiglie generose. […] Alla fine, immagini in dissolvenza e un nome a risuonare come gli echi di un alpeggio: Perlònc. Il Perlònc. Dal Perlònc. […]

Perchè Perlònc è un nome, ma anche un posto, la meta di un appuntamento, uno spazio da ristoro a cui accedere risalendo tornanti angusti e boschi di nocciolo.
Trent'anni fa ci si andava per mangiare semplicemente vergôt. L'accoglienza era essenziale. Una stalla, un fienile, una cantina e un bugigattolo con uso di cucina.

Gianni Perlònc era il contadino cordiale
che tagliava il salame e metteva la polenta ad abbrustolire sulla graticola.
Alla fine un disarmante imbarazzo. Faceva fatica il Perlònc a tradurre in moneta la sua ospitalità.
La sazia gratitudine dei commensali quantificava poi alla buona la discrezionalità di un piacere fatto più di simpatia che di un vero e proprio apprezzamento gastronomico».


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