Imprenditoria valsabbina, ecco i numeri
di Ubaldo Vallini

Ha fatto il pieno la sala comunitaria di Nozza, sabato scorso, in occasione del convegno sulle imprese della Valle Sabbia proposto dalla Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella in concomitanza con l'inaugurazione del nuovo sportello di Nozza



Sono 1.058 le società valsabbine (di capitale, cooperative o consorzi), tra queste solo 598 presentano ricavi superiori ai 100 mila euro.
Tolte quelle che presentano valori “anormali” come crediti o debiti negativi e società per le quali non è disponibile un bilancio 2014, ne sono rimaste 475.

Di queste 184 hanno un fatturato inferiore al milione di euro, 131 col fatturato fra il milione e i cinque milioni di euro, 64 oltre i cinque milioni.
Questo è il campione sul quale Scounting spa ha effettuato il suo studio, per conto della Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella.
Dati la cui divulgazione ha meritato il convegno che si è tenuto sabato nella sala delle assemblee della Comunità montana di Valle Sabbia.

Numeri che si prestano a mille interpretazioni, è lo scotto da pagare alla statistica quando non è supportata da una conseguente analisi sul campo.
La conosciamo tutti la statistica del pollo: due polli per due persone non significa che ciascuno si mangia un pollo. Potrebbe essere che uno se ne mangia due e quell’altro rimane senza.

Fra queste interpretazioni, tuttavia, sono emerse alcune considerazioni piuttosto interessanti,
che hanno animato il convegno valsabbino. E altre se ne potrebbero fare.
Intanto si è visto che a soffrire meno la crisi, almeno negli ultimi quattro anni, fino al 2014, quelli presi in esame, sono state le aziende e le società di dimensioni maggiori e quelle che direttamente o indirettamente commercializzano i loro prodotti all’estero.

Confrontando Valle Sabbia e Provincia di Brescia
vediamo che in Valle ci sono percentualmente meno società di servizi, più industrie e pari imprese commerciali. Con “numeri” più piccoli la Valle segna anche percentuali inferiori rispetto al resto della provincia per edilizia e mercato immobiliare.

Il dato medio per tutte le società analizzate, se guardiamo al conto economico, pur essendo di fronte ad un lieve calo nel fatturato (con un piccolo recupero nell’ultimo anno) ci racconta un’economia valligiana che “tiene”, cresce un poco, ma soprattutto ha cambiato mercato cercando l’estero, in particolare il mercato europeo.
In crescita, anche se solo dell’1% l’utile netto.

Analizzando i diversi settori la “musica” cambia un poco e vediamo che i polli sono distribuiti diversamente.
Senza entrare nel dettaglio.

Le 184 imprese con meno di un milione di ricavi sono quelle che presentano maggiori difficoltà e che nel periodo di riferimento hanno registrato un milione di ricavi in meno. E questo dopo la “botta” del 2008/2009. Grande sofferenza quindi.

Le 131 imprese tra il milione e i cinque milioni di fatturato non hanno invece registrato, nel loro insieme, grossi cali di fatturato, se non per il commercio. Hanno fatto meglio che nel resto della provincia e si è registrata una crescita nel settore alimentare.

Le 64 imprese che denunciano più di 5 milioni di ricavi hanno registrato percentuali positive di crescita sia nel settore alimentare sia in quello industriale. Non hanno mai chiuso i loro bilanci in perdita e si dimostrano tutte finanziariamente sane.

Ultime considerazioni emerse dai dati raccolti da Scouting spa, a livello generale:
-  le aziende hanno saputo adeguarsi alla crisi con una maggior attenzione alla liquidità;
- dopo quattro anni di difficoltà le imprese deboli sono uscite dal mercato e chi è rimasto è più forte.

Al convengo organizzato dalla Rurale, dopo i saluti del presidente dell’Istituto di credito Andrea Armanini e del presidente della Comunità montana di Valle Sabbia Giovanmaria Flocchini, incalzati dalle domande di Gianni Bonfadini,  sono intervenuti Filippo Bratta di Scouting per l’esposizione dei dati, il coordinatore di zona per Aib Michele Lancellotti, Eugenio Massetti di Confartigianato e i direttore della Rurale Davide Donati.

Interessante il botta e risposta degli ultimi due, Massetti e Donati, sulle scelte bancarie nel gestire il credito alle imprese.

«Il tessuto produttivo valsabbino è composto dal 40% di imprese artigiane, un valore da sostenere, perché si tratta di imprenditori che spesso senza nemmeno contare sull’esportazione dei loro prodotti hanno tenuto duro superando la crisi» ha detto Eugenio Massetti, auspicando che ciascuno faccia bene il suo mestiere: Comuni, artigiani, industriali, banche… Ha poi aggiunto che «I disastri causati dal “rating” nelle scelte bancarie sono sotto gli occhi di tutti. Occorre tornare alla conoscenza del territorio e soprattutto delle persone, che gli sportelli bancari, anche quelli nuovi, servano a questo».

Davide Donati dal canto suo, rappresentando una banca che ha sempre dimostrato attenzione al territorio, ha detto che «è con questi imprenditori che vogliamo attraversare il guado, non con altri. Non siamo secondi a nessuno quanto a fiducia nel territorio valsabbino, dove ci sono 10 dei nostri 22 sportelli e dove si fa il 40% della nostra attività».

Poi un’esortazione Donati l’ha rivolta agli imprenditori: «Chi ha resistito non stia però ad aspettare che il miracolo arrivi da fuori, ma provi a capire cosa si può fare di nuovo. Noi con questi imprenditori ci saremo sempre».


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