Fonderie Mora: diffida dalla Provincia
di Redazione

Legambiente: «Tante chiacchiere smentite dai fatti, l'ultima relazione Arpa denuncia una situazione in fonderia, se possibile, ancora peggiore della precedente».



Il Circolo Legambiente Brescia Est scrive a Vallesabbianews.

Come già affermato in una lettera pervenutaci e pubblicata nei giorni scorsi, la relazione Arpa riguardante le Fonderie Mora, inizialmente negata dagli uffici del Comune di Gavardo, è stata consegnata al sodalizio presieduto dal prof. Raffaele Forgione dalla Provincia di Brescia.

Un documento che ha rilevato una situazione tale nell'azienda gavardese da spingere la stessa Provincia (non gli ambientalisti) ad avviare, lo scorso 18 agosto, un procedimento di diffida all'utilizzo dei forni di trattamento termico non contemplati nella vigente Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), per altro scaduta nel 2011.
 
Ecco la lettera di Legambiente.
Chi volesse approfondire trova anche nella sua forma integrale la relazione Arpa di cui si scrive unita alla lettera di diffida della Provincia.
 
Al Direttore di  Valle Sabbia News Ubaldo Vallini
Gentile Direttore le invio le note seguenti con preghiera di voler Le pubblicare sul suo giornale.
 
Il 23 luglio 2015 si è conclusa l'ultima visita ispettiva di ARPA presso la Fonderia Mora di Gavardo.
La successiva relazione, trasmessa al competente Ufficio della Provincia il 6 agosto scorso con nota n 112906, al Comune di Gavardo e naturalmente alla Fonderia stessa, ha indotto la Provincia ad avviare un procedimento di diffida, attivato il 18 agosto 2015 dal Direttore del Settore Ambiente e Protezione Civile della Provincia di Brescia.

Il provvedimento, che riteniamo grave, si accompagna al divieto di esercitare attività con i forni di trattamento termico presenti in azienda, in assenza di autorizzazioni e non previsti dalla vigente AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale, scaduta dal 2011), 
Anche se  tardivo, si tratta di un provvedimento inevitabile, che conferma tutte le valutazioni e le osservazioni per anni rappresentate dai cittadini, da Legambiente e da Gaia e smentisce nei fatti, le ripetute affermazioni aziendali che hanno sempre affermato la piena regolarità del proprio operato.

Benchè difficile, in quanto il dossier Mora è ormai imponente, crediamo utile presentare una sintesi della vicenda per la quale Legambiente, Gaia e i gruppi di minoranza Consiliare  gavardesi sono a fianco dei cittadini che lamentano la gravissima situazione creata da
un'azienda che da anni opera in spregio alle regole vigenti, con grave danno alla loro salute, alle loro proprietà, all'ambiente  e ai loro diritti.

1°  ITER ISTRUTTORIO NUOVA A.I.A.
Riteniamo che la diffida Provinciale sia un semplice atto dovuto.
L'Azienda opera in regime di proroga di un'AIA scaduta ormai dal 2011. Le proroghe, legate anche alle vicende societarie della Fonderia, sembravano doversi concludere nella primavera scorsa.
Infatti, a seguito di una precedente visita ispettiva di ARPA, erano stati concessi ulteriori margini per completare una serie di interventi ritenuti assolutamente necessari per poter procedere all'adozione di una nuova AIA, legati anche a precisi impegni assunti dall'Azienda.

Di ciò siamo stati informati in un incontro presso gli stessi Uffici della Provincia, incontrando una reale disponibilità al dialogo e impegno da parte dei funzionari incaricati all'istruttoria dell’AIA e dei Consiglieri delegati all'ambiente e alle attività produttive, a trovare soluzioni adeguate e tempestive a fronte di una situazione difficile e spesso fuori controllo, così come illustrata da noi e dai cittadini .

La nuova visita ispettiva purtroppo, confermando tutte le numerose e giuste segnalazioni dei residenti all'Amministrazione comunale, fotografa una situazione pesantissima che a nostro avviso non consente il rilascio di una nuova AIA, né può autorizzare ulteriori proroghe.
Crediamo invece che essa confermi l'inaffidabilità dell'Azienda, che mette in tal modo a rischio, oltre alla salute e all'ambiente, anche la propria continuità ed i lavoratori in essa coinvolti.

2° ANOMALIE, VIOLAZIONI E DIFFIDA
Le criticità evidenziate nella relazione dell'ultima visita ispettiva, riconfermano quasi per intero il preoccupante quadro già noto, toccando praticamente tutti i reparti ed in particolare quelli a più alto impatto emissivo.

Ecco una rapida sintesi dei rilievi ispettivi, anch'essa non semplice, perché da quanto emerge nella relazione non si trova un reparto a norma:

a) Valutazione materie prime: “la procedura di controllo del rottame in ingresso è incompleta, non sono descritti i controlli di primo e secondo livello e non esiste il registro degli eventi; il materiale presente in una buca di stoccaggio non sembrava rispettare le caratteristiche previste dalle norme”.

b) Emissioni in aria: è stata osservata una fase di colata di getti medi: “le emissioni non sono state intercettate dalle cappe aspiranti laterali... si ipotizza che l'efficacia dei sistemi aspiranti sia compromessa dalle numerose aperture dei capannoni“; “nonostante la scarsa efficacia dell'aspirazione nelle emissioni si trovano polveri, formaldeide e sostanze organiche volatili”.

c) Fase di scorifica: “la scorifica in siviera prima della colata nei grandi getti avviene in postazione non confinata e non aspirata; si sono osservate emissioni diffuse di polveri e fumi non trascurabili”. Anche la “scorifica dei getti medi avviene in postazione non confinata e non aspirata e ha dato origine ad emissioni diffuse”.

d) Formatura getti medi/mescolatori: “presenza di alcool furfurilico significativa... soglia di percezione olfattiva superata“; “concentrazioni di ammine, fenolo, formaldeide superiori alla norma”; “i sistemi di abbattimento a tessuto non possono essere considerati idonei“.

e) Frantumatore per recupero sabbie: “la Provincia ha richiesto alla ditta la verifica dell'efficienza dei sistemi filtranti; ad oggi non è ancora stata effettuata questa verifica”.

f) Reparto animisteria: “sono state rilevate concentrazioni significative di dimetilammina e sostanze organiche volatili (trimetilbenzeni – idrocarburi); le concentrazioni di trimetilbenzene sono risultate superiori alle soglie olfattive in quattro campioni su sei“.

g) Formatura/ Distaffatura/ Raffreddamento terre: “nel rapporto di prova non sono dettagliate le operazioni del processo produttivo avvenute in concomitanza dei prelievi a camino”; “nel rapporto di prova all'emissione del distaffatore emergono concentrazioni non trascurabili di fenolo, benzene, trimetilbenzeni e altri solventi“; “l'emissione della distaffatura e raffreddamento terre è stata monitorata ed i risultati di polveri, toluene, trimetilbenzene, idrocarburi, benzene, alcool furfurilico e fenolo sono stati superiori al limite”; “l'impianto di distaffatura dei getti medi è aspirato solo tramite una cappa laterale … la temperatura dei pezzi e la zona non confinata può dare origine ad emissioni diffuse sia di polvere che di sostanze volatili”; “la distaffatura dei grandi getti non è aspirata e viene effettuata dopo l'apertura della forma mediante martello demolitore”.

h) Altre emissioni non aspirate: “2 forni elettrici per trattamento termico forme piccole, non citati in autorizzazione“; “2 forni elettrici in reparto formatura, non citati in autorizzazione”; “1 forno a metano per trattamento termico grandi getti...emissione fumi di combustione non autorizzata“; “mescolatore mobile reparto grandi getti... emissione in ambiente di lavoro”; “sbavatura medi e grandi getti...cabine di confinamento e aspirazione in fase di completamento”.

i) Suolo: nella “zona di stoccaggio delle terre esaurite sono ancora visibili accumuli di polvere e pavimentazione dissestata”; “le aree non impermeabilizzate non dovrebbero essere utilizzate, come invece rilevato in sopralluogo, al deposito di materiali, quali staffe e altri pezzi di ricambio”.

l) Rifiuti:
dal copioso elenco di rifiuti, talvolta espressamente definiti pericolosi, si citano alcune situazioni constatate: “scorie di fonderia: stoccaggio in box in calcestruzzo coperto; la zona circostante evidenzia pavimentazione non in buono stato o non impermeabilizzata e dispersione di materiale polverulento”; “forme ed anime da fonderia: stoccaggio in box in calcestruzzo coperto; la zona circostante evidenzia pavimentazione non in buono stato o non impermeabilizzata”; “fanghi e residui di filtrazioni da trattamento fumi: depositato sul fondo della vasca da 730m3, asportato direttamente dalla stessa; non è stata effettuata analisi” ; “rivestimenti e materiali refrattari: stoccaggio in box in calcestruzzo parzialmente coperto; la zona presenta pavimentazione non in buono stato o non impermeabilizzata”.

m) Amianto: “la ditta stima che siano presenti ancora circa 6000 m2 di coperture contenenti amianto... La Provincia ha chiesto un cronoprogramma per lo smaltimento dell'amianto presente... non è stato stilato un vero e proprio cronoprogramma”.

n) Notiamo che non si  trovano in relazione, riferimenti a due fattori comunque presenti in modo significativo: la rumorosità e le vibrazioni connesse ad alcuni processi, avvertibili in tutte le abitazioni circostanti, anche in ore notturne.  Sarà nostra cura  rappresentarli e documentarli.

A conclusione di questa sintetica esposizione, ci permettiamo un solo commento, giusto sul  tema citato al punto “m” : chiunque passa davanti alla Fonderia Mora può osservare lo stato di queste coperture ed immaginare cosa può accadere con 6000 m2 (SEIMILA!) di eternit  in amianto decotti in un ambiente di lavoro simile, dove sono in gioco alte temperature, vibrazioni anche molto forti, lavorazioni a caldo prive di aspirazione.

Saremmo più tranquilli, in proposito, se il Sindaco, responsabile della tutela della salute pubblica, si attivasse per dare le più ampie rassicurazioni sullo stato di tali coperture, o, in caso contrario attivasse un'ingiunzione prescrittiva ed esigere l'immediata rimozione.

Abbiamo già avuto modo di citare il codice etico del Gruppo Camozzi, attuale titolare della Fonderia Mora, in grande evidenza sul sito del Gruppo.
Ne forniamo uno  stralcio emblematico a dimostrazione di quanto gli enunciati siano lontani dalla realtà. 

La Fonderia ed in fotocopia l’Amministrazione Comunale, non hanno perso occasione, anche in questa estate, per  fornire alla stampa e all'opinione pubblica garanzie sulla propria correttezza e sul rispetto assoluto delle norme.

Tante chiacchiere sono smentite dai fatti che riassumiamo in tre righe :
• l'ultima relazione Arpa, che a noi appare una notizia di reato
• l'avvio, finalmente, di una procedura di diffida
• il rischio ed il dramma psicologico quotidiano cui sono sottoposti coloro che convivono con questa realtà produttiva, ben lontana dall'esercitare la propria attività nel rispetto delle norme. 
 
Distinti Saluti
Prof. Raffaele Forgione (Presidente Circolo Legambiente Brescia Est)
 
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Dal Codice Etico del  Gruppo Camozzi 

TUTELA DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA SUL LAVORO
Il Gruppo garantisce la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori conformandosi ai criteri alla base delle disposizioni normative in materia e adottando le misure necessarie per la protezione dei lavoratori.

Tali criteri guida possono così individuarsi:
- evitare i rischi;
- valutare i rischi che non possono essere evitati;
- combattere i rischi alla fonte;
- adeguare il lavoro all’uomo, in particolare per quanto concerne la concezione dei posti di lavoro, la scelta di attrezzature/metodi di lavoro e di produzione per attenuare il lavoro monotono e ripetitivo e per ridurne gli effetti sulla salute;
- tener conto del grado di evoluzione della tecnica;
- sostituire ciò che è pericoloso con ciò che non è pericoloso o meno pericoloso;
- programmare la prevenzione, mirando ad un complesso coerente che integri nella medesima tecnica l’organizzazione del lavoro, le condizioni di lavoro, le relazioni sociali e l’influenza dei fattori dell’ambiente di lavoro;
- dare la priorità alle misure di protezione collettiva rispetto alle misure di protezione individuale;
- impartire adeguate istruzioni ai lavoratori.
 
RISPETTO DELL’AMBIENTE 
ll Gruppo gestisce le proprie attività nella convinzione che la tutela dell’Ambiente sia un valore fondamentale della collettività, non antitetico all’obiettivo della propria evoluzione aziendale.
Si impegna ad operare nel rispetto delle normative vigenti, applicando le migliori tecnologie disponibili e promuovendo uno sviluppo delle proprie attività volto a valorizzare le risorse naturali, preservare l’ambiente per le generazioni future ed a promuovere iniziative per una sua diffusa tutela.

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