Combattere le ludopatie, un progetto in sinergia
di Cesare Fumana

La Comunità montana di Valle Sabbia ha promosso in sinergia con 12 Comuni ed enti del terzo settore un articolato progetto per conoscere quando è diffuso il gioco d’azzardo patologico e informare la popolazione in chiave preventiva


Il gioco d’azzardo patologico è un fenomeno presente anche in Valle Sabbia ma ancora poco conosciuto. Per farlo emergere e per conoscerne la reale consistenza e nello stesso informare e formare la popolazione in chiave preventiva è stato avviato un progetto che vede come ente capofila la Comunità montana di Valle Sabbia, e il coinvolgimento di 12 Comuni del distretto socio-assistenzale,Valle Sabbia Solidale, Secoval, il Consorzio Laghi e la Cooperativa Il Calabrone.

Il tutto nasce attraverso un bando promosso dalla Regione in tema di prevenzione delle ludopatie al quale ha partecipato la Comunità montana, grazie al quale è giunto un apposito finanziamento di 72 mila euro. Il progetto complessivo consta di 92 euro e la parte rimanente sarà coperta da tutti gli enti coinvolti.

«Il progetto a dire il vero – spiega Mara Ceriotti, responsabile dei Servizi Sociali di Comunità montane e coordinatrice del progetto –, per ragioni pratiche, si compone di due progetti: il progetto “Fuori dal gioco” e “La vita non è solo un gioco”, e prevede delle azioni da rivolgere a target mirati di popolazione, come gli studenti, le associazioni, gli amministratori locali, per far conoscere le problematiche che il gioco patologico può causare».

Il progetto è stato costruito in forma collaborativa fra tutti i partner coinvolti, partendo da una richiesta avanzata anche dai Comuni che sempre più spesso sono chiamati in causa attraverso i Servizi sociali a far fronte a persone coinvolte con le problematiche legate al gioco d’azzardo.

In particolare hanno dato un contributo Anna Ruggeri, consigliere comunale a Roè Volciano, Angelo Mattei della coop. Il Calabrone e Nicola Maccioni per il Consorzio Laghi.

Per le iniziative rivolte agli studenti saranno coinvolti in particolare quelli del triennio del Polivalente di Idro e Vobarno, con incontri per far conoscere la problematica e la richiesta di creare del materiale pubblicitario per quelli del settore grafico e un’animazione teatrale per gli altri.
Sarà inoltre svolta una ricerca attraverso un questionario distribuito alle tre scuole superiori della Valle (Polivalente, Scar di Roè e Cfp di Villanuova) per far emergere come è percepito il fenomeno.

Saranno poi organizzati incontri specifici per gli amministratori locali, il personale dei servizi sociali (assistenti sociali, consultorio, tutela minori, ecc.), e alcuni rivolti alle associazioni.

«Come succede per le altre dipendenze, come alcol e droga – spiega Nicola Maccioni – sono le persone accanto a chi è dipendente a chiedere aiuto. Per questo è importante che la gente conosca come riconoscere chi soffre di gioco d’azzardo patologico e sappia a chi rivolgersi».

L’obiettivo del progetto è proprio questo: conoscere il fenomeno e trovare gli strumenti per affrontarlo.

Secoval sarà coinvolta per la mappatura dei luoghi sensibili e delle zone dove sono distribuite sale gioco o slot machine: si avvarrà della collaborazione degli uffici tecnici comunali e alla fine la cartografia sarà pubblicata online.

A questo progetto hanno aderito 12 Comuni del Distretto 12: Agnosine, Barghe, Casto, Odolo, Preseglie, Prevalle, Roè Volciano, Sabbio Chiese, Serle, Vallio Terme, Villanuova Sul Clisi e Vobarno.

«È un progetto che ha una finalità innanzitutto preventiva – ha detto il presidente di Comunità Montana, Giovanmaria Flocchini – con l’obiettivo di analizzare questo fenomeno sul nostro territorio. Importante sarà anche il coinvolgimento degli amministratori locali perché prendano coscienza di questa problematica spesso ancora sommersa». 

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