Memoria, solidarietà, fratellanza
di Cesare Fumana

Una festa di popolo baciata dal sole la giornata conclusiva dell’Adunata sezionale della “Monte Suello” a Roè Volciano, con gli Alpini a ribadire i valori di sempre: solidarietà, altruismo, amicizia, messi a disposizione delle proprie comunità


Era la prima volta che Roè Volciano ospitava la più importante manifestazione della “Monte Suello”, e meglio di così non poteva andare. Tutti gli appuntamenti organizzati, il concerto della fanfara Valchiese e del coro La Faita di venerdì, il carosello dalla fanfara star of Alps e lo spettacolo dedicato alla Grande Guerra di sabato, hanno visto una grande partecipazione di pubblico, degli alpini, ma soprattutto della gente del paese. La stessa gente che ieri ha assiepato le strade per applaudire il passaggio della sfilata che ha concluso la 63esima Adunata sezionale.

Complice la bella giornata di sole, anche gli alpini della “Monte Suello” sono accorsi numerosi: più di un migliaio le penne nere che hanno percorso il centro storico di Roè, formando un lungo serpentone colorato delle diverse divise che contraddistinguono i 57 gruppi della sezione Ana di Salò. A far tenere il passo ci hanno pensato la fanfare Valchiese di Gavardo e la Star of Alps di Villanuova sul Clisi. Il percorso si è sviluppato nel centro abitato di Roè, da via Giuseppe Frua, passando per Gazzane, per arrivare alla rotonda del municipio e concludersi presso la chiesa parrocchiale.

Emozionante il passaggio davanti alla Casa di riposo, con molti anziani ospiti assiepati al bordo della strada ad applaudire il festoso passaggio degli alpini. La marea di Penne nere è poi giunta presso l’oratorio, dove è stata schierata nel campo da calcio: un colpo d’occhio formidabile, visto dall’alto.

Qui si sono svolti i discorsi. Il primo ad intervenire è stato il capogruppo di Roè Volciano, Cristiano Lonati, che, dopo i ringraziamenti di rito, ha ricordato il centenario della Prima guerra mondiale, un appuntamento che gli alpini non vogliono disattendere, nel ricordo di quanti persero la vita sui campi di battaglia. «Oggi però – ha evidenziato i capogruppo – tutte quelle persone ci chiedono di agire con altre armi per il comune senso di nazione e perché in ogni parte del mondo si affermi la pace. Dobbiamo utilizzare le nostre armi migliori, la solidarietà, l’altruismo, l’amicizia, con le quali onoreremo nel modo più alto tutti i caduti dell’inutile strage».

Dopo il saluto del sindaco Katia Vezzola, è stata la volta del presidente della “Monte Suello”, Romano Micoli, che ha colto l’occasione per proporre una riflessione sull’attualità, con uno “sguardo alpino”. «In questo fine settimana – ha detto Micoli – abbiamo fatto festa. È una festa consapevole e meritata, nonostante le difficili condizioni etiche, morali, economiche e di relazioni che sta attraversando il nostro Paese. Ma noi facciamo comunque festa e la facciamo anche per la nostra storia e per i valori di cui la nostra associazione è da sempre portatrice, valori ai quali proprio in questi momenti tutti dovrebbero fare riferimento, e che sono: laboriosità, serietà, solidarietà, rispetto per gli altri, onestà, dignità, senso dello Stato, della bandiera, della famiglia e della comunità».
Ha poi auspicato che anche ai giovani di oggi possa essere data «la possibilità di dedicare un po’ del loro tempo al proprio Paese e alle proprie comunità».

In rappresentanza dell’Ana nazionale
era presente il consigliere Giovanbattista Stoppani. Guardando alla marea di alpini che riempiva l’intero campo da calcio, ha fatto i complimenti per la riuscitissima manifestazione: «Si vide che in questi paesi lo spirito alpino è vivo nella maniera migliore». Ha voluto ricordare i tre fini dell’Ana: la memoria dei Caduti; la solidarietà, con il volontariato e la beneficenza; infine la fratellanza «che manifestazioni come questa aiutano a cementare».

La manifestazione, condotta dal consigliere sezionale Angelo D’Acunto e coordinata dal servizio d’ordine sezionale, è poi proseguita con la Messa nella parrocchiale di San Pietro, celebrata dal parroco don Gianpietro Forbice e da don Lorenzo Cottali, attuale cappellano del Comando Truppe Alpine, già curato in quel di Roè.
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