Don Remigio Fusi è tornato alla casa del Padre
di val.

Nato a Bagolino l’8 settembre del 1929, don Remigio fu uno dei primi collaboratori dei Silenziosi Operai della Croce


Si sono svolti domenica scorsa, nel santuario dedicato alla Beata Vergine del Trompone a Moncrivello, in provincia di Vercelli, i funerali di don Remigio Fusi.
Nato a Bagolino l’8 settembre del 1929, don Remigio fu uno dei primi collaboratori dei Silenziosi Operai della Croce, insieme a sorella Myriam Psorulla.

Figlio di Giacomo Fusi e di Margherita Pagani, secondo di otto figli, Remigio entra in seminario a Botticino sera nel 1942. In tempo di guerra i giovani seminaristi vengono spesso trasferiti in posti più sicuri, così frequenta a Corteno Golgi e a Capo di Ponte, ma si prepara anche a casa, nella sua Bagolino.

Finita la guerra si ammala di “pleurite sudativa” non curata e conosce un lungo travaglio nei sanatori a Brescia, Borno e Sondalo.
Fino al 1953, quando dopo una corrispondenza con Monsignor Novarese diviene Silenzioso Operaio della Croce e con grande meraviglia dei medici guarisce dalla malattia che gli avevano diagnosticata come cronica.

Su invito di mons. Novarese si reca a Re, ora in provincia di Verbania, e diventa suo stretto collaboratore.
Riprende gli studi che lo porteranno ad essere ordinato sacerdote a Lourdes nel 1960. E’ del 15 agosto di quell’anno la sua prima messa, officiata a Bagolino.

Nel 1965 i Silenziosi Operai della Croce acquistano la loro casa di Montichiari e don Remigio torna nel Bresciano riprendendo i contatti con la Diocesi.
Fino al 1980 rimane nel ruolo di Assistente Ecclesiastico del Centro Volontari della Sofferenza e mantiene frequenti contatti con monsignor Novarese.

Dopo la sua morte, avvenuta nel 1984, don Remigio si dedica a tenere viva la sua memoria con vari scritti.
Tornava poco a Bagolino, dove non abitano più nemmeno i suoi più stretti familiari.

Da oltre dieci anni era il responsabile della Comunità dei Silenziosi Operai della Croce presso il santuario del Trompone, dove non ha mai smesso di promuovere lo sviluppo della Casa di Cura “Mons. Luigi Novarese” e della recente Rsa “Virgo Potens, continuando ad essere guida per tutti coloro che lo avvicinavano.


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