Elogio dell'asino
di Dolcestilnovo

Da “L’elogio della pazzia” di Erasmo da Rotterdam, Dolcestilnovo passa ad un più modesto, per bravura letterale, ma soprattutto per la materia in sé, inno all’asino, aggancio per commentare gli ultimi accadimenti della sempre frizzante politica idrese


Il nostro non ha una bella fama.
Sarà perché suo cugino il cavallo è da sempre simbolo di nobiltà e di fierezza, tanto che nei Paesi anglosassoni si inorridisce al pensiero di consumarne le carni, sarà perché il suo raglio è sgradevole rispetto al ben più imperiale nitrito cavallino, sarà perché non è ritenuto particolarmente intelligente, sarà perché le donne si fanno la coda di cavallo e, fortunatamente oserei dire, non quella di asino; fatto sta che l’asino nella storia ha sempre rappresentato una pietra di paragone per misurare l’ignoranza e altri vizi umani.

Se i nostri figli non vanno bene a scuola sono asini
, il peggiore della classe è l’asino della classe, a lavare la testa all’asino ci si rimette sapone e fatica, l’asino preferisce la paglia all’oro.
L’animale veniva destinato ai lavori più umili e sovente bastonato, assurgendo a icona di testardaggine, quasi al pari del suo fratellastro il mulo.

Nella favola di Esopo l’asino non ci fa una gran figura: ne esce meglio il leone anche perché non si chiamava Cecil e non vi erano ancora dentisti di Denver, anzi Denver non c’era ancora e doveva ancora essere scoperta da Cristoforo Colombo con tutto il resto.
Dopo un po’ di tempo trascorso nel paese dei balocchi a Pinocchio e Lucignolo crescono le orecchie d’asino e poi si trasformano in due autentici somari.

Quando uno lavora tanto si dice che lavora come un asino, intendendo che lavora tanto, ma senza coscienza di ciò che fa.
In realtà lo si potrebbe vedere anche da un’altra prospettiva, è cioè che sgobba e la sua fatica assume connotati catartici.

Insomma, come ogni medaglia, anche l’asino ha il suo bel rovescio, che in questo caso è il diritto.
Prima che arrivasse Mr Ford, per secoli esso ha rappresentato il mezzo di trasporto per l’uomo, una specie di utilitaria, perché rispetto al cavallo si accontenta di molto meno dal punto di vista alimentare.

Nell’iconografia cristiana sabbiamo che ha tenuto caldo al Bambin Gesù insieme al bue, anch’esso mansueto e infaticabile. Poi sono nati diverbi tra i due che han cominciato a darsi a vicenda del cornuto.

Nel latte d’asina
Poppea ci faceva il bagno per tonificare la pelle.
La fama di bevanda di lusso del latte asinino era ancora viva nella Francia del Settecento, quando le dame dell’alta società si recavano nelle stalle asinine per acquistarlo a peso d’oro: poi è arrivato lo champagne e si sa come è andata a finire, tanto che se uno entra al negozio chiedendo di acquistare latte d’asina, arriva la neuro.

Che dire poi dello stracotto d’asino, autentica prelibatezza, così come quasi tutti i cibi di umili origini?
L’asino è anche simbolo di grande prestanza sessuale, tant’è che le giumente si concedono con lui delle scappatelle. Dalla liaison escono i muli, che recano alcune doti e alcuni vizi del padre elevati all’ennesima potenza.

Succede che il Sindaco di Idro, nella sua prevedibile e monocorde concione a favore della sua Amministrazione sull’Organo di Partito altrimenti detto Idroinforma, abbia definito VallesabbiaNews “asino della nostra valle”, perchè portatore di lettere della minoranza, quest’ultima ritenuta dal primo cittadino di idro incapace di fare altro se non appunto scrivere.

Nel sottolineare che mi fa enorme piacere che il Sindaco, suppongo con una punta di invidia, riconosca alla minoranza almeno questa dote, ritengo altresì che la sua definizione del giornale diretto da Vallini risuoni poco elegante solo alle orecchie dei malpensanti.
Sono del parere che egli volesse esternare ad esso ammirazione, riferendosi alle sue virtù, nella fattispecie alla sua capacità di portare le lettere e l’informazione pluralista ovunque.
Anche lungo le più impervie stradine di montagna, allegoricamente da intendersi come le menti più occluse dall’informazione di regime.

L’asino, incurante del tipo di carico porta la soma a destra e a sinistra, così anche VSN è aperto all’opinione di tutti.
Forse che il Sindaco di Idro vede in questo pluralismo un eccesso di democrazia? Forse che ritiene che solo le voci a lui favorevoli dovrebbero avere visibilità?
Forse che in cuor suo alberga l’idea che solo l’informazione filogovernativa a colpi di “osanna in excelsis Sindaco” (dativo di Sindacum) tipo Idroinforma abbia diritto di cittadinanza?

Stupisce semmai che da un po’ di tempo a questa parte
la campana a favore dell’Amministrazione, un tempo così tempestiva e graffiante nei confronti di Savaterra, non suoni più sul blog di Vallini: la vena si è inaridita improvvisamente o vi è stato un diktat di bolscevica memoria a vietare il contradditorio?

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Concordo, le virtù dell'asino sono ben note.
E l'appellativo "asino" riferito al giornale che ho l'onore di dirigere, che riporta con pazienza e fedeltà le notizie senza curarsi troppo di quel che gli capita in groppa.
Purchè non finisca come per l'asino della foto, l'unico per altro, che io sappia, che è stato visto volare per davvero.
Ubaldo Vallini


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