Un masso per due incidenti
di val.

Curioso e devastante episodio, per fortuna solo per i mezzi meccanici, quello accaduto a Carpeneda di Vobarno al mattino presto di domenica 3 maggio


«Me lo sono visto rotolare dalla montagna e ci sono passata sopra. Spaventatissima, sapendo che lì non avrei potuto chiamare nessuno, ho cercato di arrivare fino a Sabbio, ma non ce l’ho fatta» questa la testimonianza della signora di Barghe che con la sua Opel Corsa, intorno alle 5 e mezza del mattino, stava tornando verso casa, dopo aver trascorso la notte col marito ricoverato la sera prima in ospedale da Gavardo.

L’auto della donna, con uno squarcio nella coppa dell’olio
, dalle parti di Pavone ha poi fuso il motore.
Provvidenziale a quel punto l’intervento di due ragazzi che a quell’ora rientravano da una festa: l’hanno aiutata ad infilare l’auto in un piazzale e l’hanno accompagnata fino a casa.

E’ passato solo qualche minuto e quello stesso sasso, è finito sotto alle ruote del Suzuki Jimny di un veronese, che invece stava viaggiando in direzione di Vobarno.
Il piccolo fuoristrada, divenuto incontrollabile, è andato a sbattere contro il muro alla sua sinistra. Prima di rimbalzare dall’altra parte della strada, evitando per poco di finire nel Chiese.

A quel punto l’intervento di una pattuglia della polizia provinciale del Nucleo Ittico Venatorio, col commissario capo Dario Saleri.
Presto è stato chiaro che l’asfalto, per almeno un centinaio di metri in direzione nord, fin quasi alla “rotonda” per l’ingresso nell’area industriale di Carpeneda, era stato abbondantemente “irrorato” di olio motore.

Alla svelta è quindi intervenuta anche una unità del servizio di manutenzione strade della Provincia, che però ha potuto solo spargere un poco di assorbente, in quantità non sufficiente ad eliminare il pericolo, anche perché quel tratto di strada non è di loro competenza, essendo stato dismesso a favore del Comune di Vobarno.

Curioso che gli unici ad intervenire fino a quel momento fossero i rappresentanti dell’unico ente “dismesso”, cioè la Provincia.
Gli stessi sono rimasti sul posto per segnalare il pericolo (nonostante questo un motociclista ha rischiato di finire gambe all’aria).

Sul posto anche i carabinieri da Sabbio Chiese, che però non sono competenti per territorio, il tecnico comunale di Vobarno, che non è riuscito a recuperare il necessario materiale assorbente, non i vigili del fuoco, perché su una superficie così ampia non intervengono (così hanno detto a chi li ha chiamati).

Il problema è stato risolto poco dopo mezzogiorno, quando dalla casa cantoniera di Rezzato sono arrivati i rinforzi provinciali col “filler”.
Appena in tempo per il passaggio dei ciclisti impegnati nella Tre Valli, che avrebbero rischiato non poco su un asfalto parecchio scivoloso.
Prima di andarsene, i “provinciali” hanno poi posizionato un cartello stradale mobile indicante il pericolo ed il limite di velocità a 30 km orari.

Qui le precisazioni del tecnico comunale di Vobarno


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