Crowd and individual
di Laura

Dal 13 aprile è possibile visitare, presso la fondazione Giorgio Cini a Venezia, la mostra di Magdalena Abakanowicz centrata sul tema delle folle. Per la prima volta sono esposte a Venezia una gigantesca installazione di 110 figure in juta


Magdalena Abakanowicz (Falenty, 1930) è nata in Polonia in una famiglia aristocratica russo-polacca. Aveva nove anni quando scoppiò la Guerra. Poi è arrivata la rivoluzione imposta dalla Russia e 45 anni di dominazione sovietica.
La Polonia era un paese politicamente instabile dove l'instabilità era uno stato permanente.
L’artista ha imparato a rifugiarsi nel suo angolo, a fare le cose al meglio, a utilizzare qualsiasi mezzo e persino a realizzare opere gigantesche in un piccolo studio.

La sua arte ha sempre affrontato i problemi della dignità e coraggio.
Ha iniziato con oggetti morbidi e flessibili ma ruvidi al tatto.
Abakanowicz ha cambiato il significato della scultura da oggetto da guardare a spazio da vivere.
Timida per natura e solitaria nel processo creativo, si è messa in contatto con la gente attraverso oltre cento mostre personali. Abakanowicz crea immagini ambigue con molti diversi significati, alcuni nascosti, alcuni in combinazione con altri.

La mostra presentata è incentrata sul ciclo delle Folle, di cui esistono vari esempi, diversi nel numero e nella postura delle figure rappresentate: in piedi, mentre camminano, o che stanno sedute.
Costruite in vari materiali, le Folle sono state create ciclicamente dall’artista, in varie fasi della sua vita e si potrebbe dire che costituiscono la parte più importante della sua opera creativa.

Le Folle, in varie installazioni e conformazioni
, sono state infatti esibite in tutto il mondo, dallo Städel di Francoforte al Museum of Modern Art di New York, e molti gruppi permanenti si trovano all’esterno, per esempio nel Raymond Nasher Sculpture Garden (Dallas), nel Millenium Park di Chicago e a Poznań.

Le figure saranno assemblate una vicina all’altra, a formare un gruppo di grande impatto, e il visitatore sarà libero di stabilirne l’attitudine: si tratta di un gruppo che si difende (sono vittime)? oppure si è di fronte a una folla che attacca e che è in grado di nuocere?
L’installazione è finalizzata a creare una forte tensione, mettendo un ‘potente’ gruppo ad affrontare un singolo individuo, che ha le sembianze di un animale seduto, anch’esso realizzato in iuta dall’artista.

L’opera di Magdalena Abakanowicz ha per tema la fragilità della vita umana e allo stesso tempo la crudeltà dell’uomo perpetrata nei secoli. Nel gruppo, l’individuo tende a perdere la propria responsabilità, e con essa la propria dignità.
Con questa installazione, l’artista torna a Venezia trentacinque anni dopo aver rappresentato la Polonia alla Biennale del 1980.

(Comunicato stampa)

Elenco mostre

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