Caccia grossa... col pullman
di Ubaldo Vallini

Incidente... venatorio lungo la 237 del Caffaro. In territorio di Anfo, poco prima di incontrare le recinzioni della Rocca, un autobus di linea che saliva verso Ponte Caffaro ha centrato in pieno un capriolo



«Erano due e sono apparsi all'improvviso alla mia sinistra, scendevano dalla montagna in direzione del lago.
Uno sono riuscito ad evitarlo, l'altro deve aver batturo la testa contro il fanale sinistro dell'autobus e non ce l'ha fatta.
E' morto dopo un paio di minuti di agonia senza che potessi fare nulla per aiutarlo».

Questo il racconto di Gianluca Capelli, l'autista dell'autobus che alle sette di questa mattina stava percorrendo la 237 del Caffaro per andare a caricare degli studenti a Ponte Caffaro.
Servizio effettuato poi con una ventina di minuti di ritardo, dovuto al "protocollo" che l'autista ha dovuto rispettare.

«Gianluca è di Anfo e abita a Bagolino, però non si direbbe. Invece che caricare il capriolo e portarselo a casa, come avrebbe fatto ogni buon valsabbino, ha subito chiamato i carabinieri» hanno commentato alcuni dei suoi colleghi, un po' per prenderlo in giro un po' perchè erano davvero convinti di quello che stavano dicendo.

Due le telefonate: al 112 e al suo controllore.
E solo quando è arrivato quest'ultimo sul posto, e col nulla osta telefonico da parte dei militari ai quali si è presentato in seguito per la deposizione, Gianluca è risalito sul pullman ed è ripartito per portare a termine la sua missione.

E il capriolo?
Dopo la botta, il pullman che in quel momento viaggiava a 50 chilometri orari, ha proseguito la sua corsa per una quindicina di metri.
La povera bestia, a vedere dalla foto un maschio adulto in ottime condizioni fisiche, ne ha fatti molti di meno e si è fermato appena oltre il guard rail. Non si è più mosso di lì.

Il compagno, ma poteva essere anche una femmina e Gianluca non ricorda se avesse o meno il palco sulla testa, si è fermato a guardare un attimo, poi si è girato, ha risalito la scarpata ed è fuggito nel bosco.

Ad intervenire, insieme al veterinario dell'Asl, i carabinieri di Bagolino.
Non sappiamo al momento che fine farà la carcassa della povera bestia.

Possiamo però ipotizzare cosa ne farebbe "per vendetta" il luogotenente Marcello Rizza, che comanda appunto la stazione bagossa: lo metterebbe in padella.
Questo per rifarsi di quello che gli è capitato poco più di un mese fa, quando con la sua autovettura, lungo la 669 che da Sant'Antonio sale verso Bagolino, ha centrato in pieno un cervo.

Con l'auto distrutta, stava aspettando il carro attrezzi ed erano passati una ventina di minuti, quando il cervo che sembrava morto si è alzato di scatto ed è ripartito veloce come un fulmine.

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