Torrenti valsabbini: un piano da 5 milioni di euro
di Ubaldo Vallini

Una dozzina i “sottobacini” valsabbini del fiume Chiese, “attenzionati” da Secoval per futuri interventi di sistemazione e di ripristino degli alvei


Si tratta di un progetto che prevede di investire sul territorio cinque milioni di euro.
Viene chiamato “Studio idrogeologico ed idraulico a scala di sottobacino idrografico del Fiume Chiese” ed è stato presentato nei giorni scorsi in occasione della Conferenza dei sindaci della Valle Sabbia convocata nella sede della Comunità montana a Nozza di Vestone.

Un documento che nasce da una proposta della Comunità montana valsabbina e che si è concretizzato attraverso la stipula di un accordo di collaborazione tra la Comunità Montana stessa e la Regione Lombardia, sottoscritto e finanziato dai due enti a dicembre del 2013.
La Comunità Montana ha poi dato incarico al suo braccio operativo Secoval per la predisposizione dello studio, mentre Regione Lombardia ha messo a disposizione un Gruppo di Lavoro Tecnico della Sede Territoriale di Brescia.

Obiettivo comune
, quello di definire gli interventi necessari per la sistemazione e difesa idraulica del territorio, ovviamente dopo averne individuate le criticità.
Gli interventi sono poi stati inseriti in una graduatoria in base alle priorità e ora attendono i fondi regionali per essere realizzati.

Una dozzina gli affluenti del Chiese presi in considerazione e passati al setaccio: scendendo da Nord ci sono il Caffaro a Bagolino con i suoi “sottobacini” Laione, Rio Riccomassimo, Sanguinera e Vaia; il rio Vantone a Idro ed il Re ad Anfo; l’Abbioccolo che scende dalle Piccole Dolomiti a Lavenone; il Degnone (col Glera), il Gorgone e il Nozza (col sottobacino Tovere) a Vestone; la Vrenda di Odolo ed il Vrenda di Vallio Terme; il Preane a Sabbio Chiese; l’Agna che scende da Eno a Vobarno; il Madonna del Rio che da Roè arriva fino a Salò.

In questi alvei le criticità idrauliche sono state aggiornate prendendo atto degli eventi alluvionali verificatisi negli ultimi anni; è stata definita la “compatibilità idraulica” dei vari manufatti che attraversano i corsi d’acqua; sono state elaborate, nel dettaglio, le possibili estensioni delle situazioni di dissesto, con un occhio di riguardo alla protezione dei centri abitati e delle infrastrutture che ogni torrente incontra sul suo percorso.

«Dalle analisi è emerso che la situazione territoriale è tale da non richiedere notevoli investimenti relativi a nuove opere di difesa idraulica» fanno ad ogni modo sapere dalla Comunità montana, dove le opere necessarie sono già state quantificate nel loro complesso.

«Ripristini, manutenzioni e monitoraggi... che sono stati classificati in base alle priorità di intervento – aggiungono -, con un valore che si attesta intorno ai 5 milioni di euro».

«Ora sappiamo dove e come intervenire per ottimizzare le risorse di cui disporremo - ha detto il presidente della Comunità montana Giovanmaria Flocchini -. Il finanziamento di queste opere è di competenza regionale e stiamo attendendo la formulazione dei relativi bandi che ci permetteranno nel giro di un anno, speriamo, di realizzare tutte le opere previste».

150317OdoloVrenda1.jpg