Villanuova, accorpamento in vista per le scuole dell'infanzia
di Cesare Fumana

L’amministrazione comunale intende razionalizzare il servizio delle scuole dell’infanzia con l’accorpamento della scuola comunale a quella statale. Avviato un confronto con i genitori in vista del prossimo anno scolastico su questa proposta che non trova tutti d’accordo


I Comuni, negli ultimi anni, stanno facendo sempre più fatica a far quadrare i loro bilanci e sono alla ricerca di ogni forma di razionalizzazione della spesa per risparmiare risorse per garantire i servizi ai cittadini.

Non fa eccezione Villanuova sul Clisi, dove l’amministrazione comunale sta pensando di accorpare il servizio della scuola dell’infanzia sotto un unico ente.
Attualmente a Villanuova ci sono due scuole materne: una statale e una comunale. La prima accoglie 118 bambini, suddivisi in 5 sezioni, la seconda 48 in due sezioni.

La scuola comunale “Anna Jucker” era sorta come ente morale per dare risposta alle tante mamme al lavoro presso il cotonificio Cbo. In seguito divenne comunale, per poi essere sdoppiata quando sorse la possibilità di far nascere una scuola materna statale, per rispondere alla richiesta delle famiglie di avere più posti disponibili.

«A fronte dei tagli dei trasferimenti statali, passati da 1.116.000 euro del 2009 ai 679 mila del 2014, con una previsione per il 2015 di 582 mila – spiega il sindaco Michele Zanardi – stiamo valutando di riorganizzare la scuola dell’infanzia, garantendo lo stesso servizio evitando però un surplus di spesa. Questo anche alla luce dell’andamento demografico della popolazione che ha visto per il nostro paese un calo sensibile dei nuovi nati, passati dai 71 del 2008, ai 49 del 2013, fino ai 37 del 2014».

Il tutto va inserito nel quadro della spesa per i Servizi sociali – come riferiscono gli assessori ai Servizi sociali e Istruzione Elisa Omodei e al Bilancio Caterina Dusi –, che parte con il mantenimento del nido comunale, prosegue con i servizi scolastici, quelli per gli anziani, i disabili, le altre emergenze aggravate dal perdurare della crisi economica. Inoltre è stato scelto di non aumentare la pressione delle tasse comunali, tanto è vero che Villanuova non ha applicato la Tasi. In aggiunta nell’ultimo anno c’è stato un incremento della spesa del 60% per l’assistenza ad personam nella scuola, e la spesa per il servizio di tutela minori.

Per i prossimo anno scolastico alla comunale sono stati iscritti 11 bambini, di cui 2 non residenti a Villanuova, mentre ne usciranno 21.
In questa maniera il costo del servizio, che attualmente viene coperto per circa il 60% dalle rette, andrà ulteriormente a gravare sul bilancio generale del Comune.
Una situazione che non può reggere per l’amministrazione comunale, che a partire dal prossimo anno vorrebbe che queste iscrizioni passassero direttamente alla statale, che ha posti disponibili a sufficienza, mentre per le altre due classi già avviate si proseguirà il servizio fino a esaurirsi completamente fra due anni.

È stata, pertanto, organizzata una riunione con i genitori dei bambini iscritti alla comunale per comunicare questa scelta.
«Il nostro obiettivo – ribadisce il sindaco – è quello di condividere con i genitori questa scelta, che non vuole assolutamente togliere il servizio, ma anzi migliorarlo con una ricollocazione delle risorse per questa fascia d’età».

Una decisione che, però, non trova di primo acchito tutti d’accordo. Anzi sta suscitando qualche malumore fra i genitori interessati.
Fra le questioni sollevate c’è quella del diverso orario del servizio, che per la comunale va dalle 7.30 alle 17.30, mentre per la statale è dalle 9 alle 16. Un altro è quello riferito al metodo Rapizza utilizzato dalle insegnanti della comunale, considerato migliore rispetto all’altro. Inoltre i genitori ritengono che in un ambiente più piccolo i bambini vengano seguiti meglio.
Altro punto: cosa ne sarà delle tre insegnanti della comunale, che sono appunto dipendenti comunali?
Il gruppo di genitori lamenta anche che l’iscrizione alla scuola materna comunale non sia stata pubblicizzata a sufficienza.
Infine, alcuni sarebbero disposti anche ad aumentare la retta o a intraprendere raccolte fondi se ciò consentisse di proseguire con la scuola.

Nel merito di alcune questioni, come quella dell’orario, l’amministrazione comunale ha ribadito che garantirà l’apertura anticipata e la chiusura posticipata; anche riguardo al metodo Rapizza può trovare una soluzione nell’ambito del Piano di diritto allo studio. Le insegnanti dipendenti comunali proseguiranno a lavorare nell’ambito educativo in altre forme, con altri servizi offerti dal comune o potrebbero trovare posto nel nido comunale.

Per chiarire tutte le questioni sul tavolo, l’amministrazione comunale si era data una settimana di tempo per poter fornire, dati alla mano, delle risposte, compresa quella dell’aumento della retta per proseguire il servizio.
L’appuntamento è stato fissato per lunedì 2 marzo. In quella sede sindaco e giunta chiariranno ulteriormente la loro posizione e si confronteranno con i dubbi sollevati dal gruppo di genitori.
 
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