Supplemento d'indagine
di Cesare Fumana

Il gip Lorenzo Benini ha accolto l'opposizione della mamma di Sara Comaglio alla richiesta di archiviazione per l'incidente mortale sotto il cavalcavia di Prevalle dando


Il gip Lorenzo Benini si è opposto alla richiesta di archiviazione formulata dal pubblico ministero Antonio Chiappani in merito all’inchiesta sull’incidente mortale di Sarà Comaglio, la 22enne di Muscoline morta in un incidente stradale sotto il cavalcavia di Prevalle il 22 maggio 2012.

Il giudice ha accolto la richiesta della mamma di Sara, Maria Luisa Massardi che si opponeva all’archiviazione.

Nel corso delle indagini è emerso che le pompe idrovore, che avrebbero dovuto impedire al sottopasso di allagarsi, quella sera sono andate in avaria, ma anche che il loro malfunzionamento è stato comunicato con largo anticipo ai quattro dipendenti Anas, poi iscritti nel registro degli indagati.

Fu lo stesso impianto a segnalare il black out. Il 21 maggio lo fa attraverso 4 sms: uno inviato poco prima delle 14, l'altro attorno alle l5.30, il terzo poco dopo le l9.30 e l'ultimo (che segnala lo spegnimento di una delle due pompe e dovrebbe far scattare l'emergenza) a pochi minuti dalle 21. Otto ore prima dell'incide, ma nessuno dei destinatari si muove. Perché? Non toccava a loro, diranno. Nessuno così neutralizza il segnala il pericolo.

In particolare nell’ordinanza del gip viene detto: «Circa le cause di tale incidente, sulla scorta degli accertamenti compiuti dal consulente del Pubblico ministero va ritenuto sussistente il nesso causale tra l'allagamento della SS45 bis nel tratto suindicato al momento del fatto (presenza sul manto stradale di "pozza d'acqua lunga 47 m e alta 10 cm") nonostante la velocità non prudenziale e non consentita (112 Km/h) tenuta da Comaglio Sara nell'occasione: seppur Comaglio avesse tenuto una velocità di 90Km/h (massima velocità consentita nel tratto stradale in questione) non avrebbe potuto comunque arrestarsi ed evitare così il fatale urto».
Ancora, nella relazione del Consulente si leggeva: "Solo viaggiando alla velocità di 73 Km/h Comaglio avrebbe potuto arrestarsi entro il punto d'urto".
 
Per il giudice la velocità con la quale l'auto della 22enne è piombata nell'immensa pozzanghera da sola non basta a spiegare l'incidente, o quanto meno ad escludere l'eventuale responsabilità di chi doveva garantire la sicurezza della strada.

Il gip non è convinto si sia fatto il possibile per verificare quelle dei quattro indagati, e ha dato tre mesi di tempo alla Procura per acquisire l’organigramma di Anas con tanto di deleghe, regolamento delle reperibilità, protocolli d'intervento e rapporti di lavoro fatti sulla stazione di pompaggio. A maggio poi li valuterà.

Particolarmente soddisfatta della mancata archiviazione e il supplemento d’indagine  è la mamma di Sara, Maria Luisa Massardi, che in questi anni si è battuta perché si facesse piena luce sull’incidente e perché l’Anas intervenisse ammodernando l’impianto e tutto il protocollo d’intervento, come poi ha fatto.

«Ho atteso con tanta tensione il giorno della pronuncia del Gip Lorenzo Benini – ci racconta la mamma di Sara –. Quando il 29 gennaio scorso mi è stata data la comunicazione, volevo diffonderla ma si è fermato il tempo come nella giornata del 22 maggio 2012. Una voce dentro di me diceva “Ci hanno ascoltato! dopo 2 anni e mezzo di parole scritte”. Ma i fatti erano così già il 22 maggio 2012: il nesso di causa era ed è quello dichiarato! Ho  dovuto attendere, e questa attesa è "Il silenzio che ha urlato e urla ancora"».

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