Tra Vestone e Casto pulsò il "cuore politico" della Valle Sabbia per più di 100 anni. E ora?
di Alfredo Bonomi

A partire dal periodo risorgimentale la Valle Sabbia...

... nell’ambito geografico che va da Vestone a Casto, ha avuto una serie di robuste personalità, che hanno ricoperto ruoli politici nazionali.
Appartenenti a partiti diversi, con tendenze politiche non convergenti, si sono imposte tanto da giungere a sedere nel Senato, prima del Regno poi della Repubblica.
A richiamarle appare in tutta evidenza l’odierna marginalità della valle.

Lucio Fiorentini (1829-1902), nato a Vestone, figlio di farmacista, di antica famiglia originaria di Provaglio Val Sabbia, fu uno dei pochi valligiani a partecipare di persona ai fatti delle “10 giornate di Brescia”, che ha poi descritto nel libro “I Dieci Giorni di Brescia nel 1849” pubblicato nel 1899.

Liberale moderato, quindi un “risorgimentale” vicino alla monarchia, ebbe una carriera burocratica assai brillante.
Fu prefetto a Belluno, Sassari, Bergamo e Cosenza. Scrittore e pensatore fecondo fu nominato Senatore dal Regno nel 1900.

Angelo Passerini
(1853-1940), figlio di Angelo che da Casto aveva consolidato una vistosa fortuna in valle, a Brescia e nella pianura bresciana, fu un attivo esponente del movimento cattolico, punto di raccordo in Valle per tutti i cattolici impegnati sul piano amministrativo.

Si distingue per una vasta attività amministrativa e feconde iniziative benefiche.
Legò il suo nome alla Valle Sabbia, culla della sua famiglia, con la fondazione del “Ricovero Valsabbino” di Nozza, una struttura assistenziale concepita a valenza comprensoriale per i comuni del Mandamento di Vestone e di gran parte di quelli del mandamento di Preseglie.
Venne nominato Senatore del Regno nel 1914.

Silvio Longhi (1856-1937), di famiglia mantovana nacque a Vestone.
Valente giurista, docente universitario, magistrato, fu tenuto in grandissima considerazione nei primi anni del fascismo al quale si era avvicinato nel 1920, uno dei primi magistrati d’alto grado ad aderire apertamente al movimento.
Nel 1926 fu eletto presidente della Sezione di Corte di Cassazione, carica che lasciò nel 1935. Molti sono i suoi scritti di natura giuridica.
Venne nominato Senatore del Regno nel 1928.

L’elenco va completato con il più recente nome di Egidio Ariosto di Casto (1911-1998), uomo politico che si è imposto nel Parlamento repubblicano.
Socialdemocratico, con personalità versatile, di buona cultura, con parola facile e affascinante, di ingegno pronto, ha avuto una lunghissima carriera politica, prima alla Camera e poi al Senato ricoprendo due volte il ruolo di Ministro, l’unico tra i valligiani a giungere a tale carica.
Con lui si è chiusa la schiera dei valsabbini significativi in politica a livello nazionale.

Ed ora come è la situazione?
La domanda è legittima e la risposta sarà data dalle capacità che avranno i valligiani di far opinione e di esprimere pensieri.
La nostra valle è “maestra nel lavoro”, ma rischia di non essere sufficientemente valorizzata se mancano voci che vengano ascoltate per la loro competenza e per la cultura posseduta fuori dal nostro ambito geografico.

È infatti assodato che la forza della parola (che è sempre veicolo di pensiero posseduto) e la comunicazione, valgono tanto oro.
È questa una sfida aperta che attende risposta.

Settembre 2014 - Alfredo Bonomi

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