«Mio malgrado, devo alcune precisazioni in merito. Ci provo»
di Gianfranco Seccamani

Prosegue il dialogo chiarificatore su alcune vicende amministrative di Anfo fra Gianfranco Seccamani e alcuni lettori.



Caro direttore,
mi offra, la prego, ancora un po' di spazio per chiarire alcuni punti sulle questioni da me affrontate nei giorni scorso. Dopodichè, se mi sarà possibile, almeno per qualche giorno cercherò di riposare.

Per ciò che riguarda il passaggio di consegne, quando ho assunto l’incarico di sindaco, succedendo al Commissario, questi mi ha ben spiegato quali fossero le questioni in sospeso ed ho firmato il “Verbale“ del passaggio.
Se pure il passaggio, per qualcuno, possa essere considerato traumatico, ci sono questioni che non possono essere sottaciute, vista l’importanza che esse rivestono.

Da tenere presente che pur  “perdendo” le elezioni, seppure in Minoranza, si rimane a tutti gli effetti Pubblici Amministratori. Con annessi e connessi. Il “bene del paese“ non vale solo per chi  “vince“. Il senso civico non è un’astrazione.

Vale l’esempio recente: per sottoscrivere l’AdP 2012 (che recepisce in toto l’AdP 1008) una Delibera di Giunta mi autorizza alla firma. Pochi giorni dopo, l’Accordo è stato ratificato dal Consiglio comunale.
Nel caso di specie, qualora Lei non ravvisi nessun abuso di potere, ritenevo di essere stato chiaro: l’AdP 2008 firmato dal Sindaco Bonardelli non è mai stato ratificato dal Consiglio. Non esiste Delibera in merito. Qui sta la differenza.

La prendo un po’ lunga: non sono un Tecnico, qualora lo fossi, e mi venisse affidato il compito di redigere un progetto riguardante l’opera in questione (pista) o qualsiasi altra, quale sarebbe la prima e fondamentale cosa da fare? 
Verificare se tale opera è conforme agli Strumenti Urbanistici vigenti!

Poniamo che gli Amministratori siano  anche Tecnici, e verificato che l’opera non risulta conforme, quale atto consequenziale dovrei  (dovrebbero) approntare?
Convocare il Consiglio comunale, in base all’art.34 comma V del DLgs 267/2000 e ratificare l’Accordo.
I progetti ad esso connessi, diventerebbero così facendo conformi. Come prescrive la Legge.

Si evita così di trascinare la questione per anni, evitando di complicare la vita a tanti, ed evitare pure le aule Giudiziarie.
Se così fosse stato, pensi a quante rogne in meno, quanti discorsi avremmo evitato etc.
La posizione di chi firma prima la Conformità e poi in autotutela la revoca, non spetta al sottoscritto stabilire quale responsabilità comporti, certo è che si parla di Professionista stipendiato adeguatamente.
Risparmio di elencare i problemi che discendono tra le due firme. Basti dire che siamo arrivati ad un passo dal precipizio.

Se il lettore di VSN, o chiunque sia, si pone la domanda del perché il Sindaco abbia dovuto emettere Ordinanza di chiusura del Compendio, deve rileggere attentamente le lettere citate nella precedente missiva.
Lì ci sono le risposte.

Ho l’impressione che i fatti vengano capovolti: chi è stato messo in difficoltà è il comune di Anfo, la Rocca e tutti coloro che per un motivo o l’altro avevano a che fare con il Compendio. Non il contrario.
L’evento franoso dell’anno successivo, da Lei definito irrisorio, per quanto riguarda la 237 era di competenza esclusiva della Provincia. Per quanto riguarda il Compendio del Demanio. Esattamente come l’evento del 28/02/11.

Per ciò che riguarda l’incarico-ordinanza di somma urgenza da Lei prospettato, non era compito del Sindaco.
Personalmente ritengo che la questione andava gestita in prima persona dal Prefetto, sì da superare tutte le tagliole burocratiche. Uno ordina e gli altri eseguono.
A Idro e Lavenone non c’è la Rocca, non il cambio di amministrazione e nessuno decise di  “soprassedere“.

Non deve suonare strano (ID 47378) La richiesta del comune era di superare il limite temporale di sei anni, contratto in essere al tempo.
La proposta del Demanio; venti anni a 32.000 euro l’anno. Non sono in grado di spiegare il perché. Se non erro, nel 2010 entra in vigore la Legge denominata “federalismo demaniale“, e questo viene comunicato al comune.
Così da poter scegliere tra le due opzioni.

Il resto è stato spiegato nella precedente.
Va da sé che qualunque fosse stata la scelta, il discorso sicurezza (e responsabilità connesse) sarebbe passato in capo al Comune. Ad oggi il Comune non è “proprietario“ e non lo sarà in futuro. Perché la proprietà è dello Stato. E tale rimarrà. A meno che lo Stato non decida di vendere, per fare cassa. Ma questa è un’altra storia.

Rimane da chiarire,
e questo non posso farlo io, chi e perché decise di “soprassedere“, dopo lo stacco del masso il 28/02/11.
Qualcuno dovrebbe spiegare quale sia la differenza tra lo scrivere la lettera del 20/06/11 e non nell’immediatezza dell’evento del 28/02.
I “ripetuti eventi franosi“ e “lo stacco di massi di notevoli dimensioni tra lo Statuto e Avanzata“ erano antecedenti al 28/02 (!!!). La differenza può essere il masso del 28/02/11?.
Parere strettamente personale: avrebbe significato “Fuoco amico“ . A buon intenditor ……

Accidenti, mi vedo costretto a tediare i lettori, Lei compreso.

Pista Ciclo-Pedonale: la prevista posa del collettore interessa l’intero tracciato e non solo alcuni tratti. Non sarebbe funzionale.
Si può benissimo affermare che “non vi è notizia in tal senso“ perché è la verità. Mai in nessun Consiglio si è discusso di AdP, di Opere correlate e conseguentemente del Collettore. Non una parola una. Mai.
Mai dagli amministratori di allora fu fatto cenno dell’opera collegata alla pista.  Vuole sapere come è andata veramente? Ok . La prego però di non ridere!

Subentrata la nuova amministrazione si palesano i primi problemi in merito al Progetto. Viene presentato Ricorso al TAR per l’annullamento del Progetto e dell’ AdP. Da parte di un privato cittadino.
Conoscendo la posizione del Sindaco in merito all’opera, l’allora Presidente CM, ripete allo stesso, di non rompere le Palle, di non lamentarsi, non creare problemi, perché la “pista è praticamente gratuita (o quasi).
Al che il Sindaco chiede spiegazioni in merito e allora, solo allora viene messo a conoscenza del progetto correlato (collettore).
Ribadisco che in Comune non esistono documenti in merito. Il Documento congiunto, citato nella precedente, fisicamente non esiste!

Il Sindaco, chiama A2A per avere conferma in tal senso
, ed effettivamente ottiene risposta positiva.
Gli viene spiegato che c’è una lettera inviata dal Comune in tal senso. Non senza imbarazzo, chiede di avere copia della lettera. Del 17/02/2009, prot. 471.
Così l’amministrazione viene messa a conoscenza del Collettore! Attenzione: non è una barzelletta!!!

Lei afferma che “non c’è nessun miracolo se l’affidamento dell’incarico al professionista è avvenuto qualche mese dopo.
Le fasi tecniche di un’opera vanno dallo studio di fattibilità, all’esame della compatibilità urbanistica ed ambientale, alla progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva“.

Perfetto.

Ma tutto questo deve avvenire prima o dopo aver ricevuto incarico alla progettazione, a seguito di regolare Bando di Gara?
L’incarico al professionista X, viene affidato ancora prima di aver effettuato la Gara di Appalto? Se si invitano cinque professionisti per partecipare alla gara, come è possibile indicare il vincitore ben quattro mesi prima che vengano aperte le buste? Gli altri quattro, non hanno nulla da dire? Si può rinunciare a 84.000 euro di parcella allegramente?

 A2A conferma che il progettista “a seguito della lettera (17/02/09) ci ha inoltrato offerta per la prestazione e noi gli abbiamo affidato l’incarico per la progettazione“. La lettera del 17/02 è conseguente ad un incontro in Comune tra A2A e la presenza del Sindaco (di allora). Ribadisco quanto scritto nella precedente: quindi? tutto regolare?

Lo scrive anche Lei: il professionista deve verificare la compatibilità urbanistica. Ma se scopre che non è compatibile, chiude un occhio, meglio due? Oppure, facile facile  (è amministratore pubblico) convoca un Consiglio comunale e lo si rende agli effetti di Legge compatibile? Il progetto.
Perché ciò non sia avvenuto, rimane un mistero. Forse per paura di dover discutere di AdP? L’opera di collettamento non è stata abbandonata con pregiudizio certo .

Il Collettore può, è questo l’augurio di tutti, essere realizzato, indipendentemente dalla Pista. Viste le diverse finanziabilità delle opere. Se rilegge attentamente la lettera del 17/02/09 vi è scritto che “atteso che i tempi di realizzazione della Pista Ciclabile sono già definiti ed il crono programma prevede l’avvio dei lavori indicativamente entro Gennaio 2010 etc.”
Ricordo che il cambio di amministrazione avviene a Maggio 2011. I lavori potevano iniziare in tutta tranquillità. Il tempo c’era. Perché non è andata così?

Una domanda viene a questo punto spontanea: se come affermato dall’allora Presidente CM al Sindaco di Anfo che la Pista l’avrebbe avuta “gratis“ (o quasi) risulta congruo che il costo previsto per la Pista fosse ben oltre il Milione di euro? Comunque?
Per quanto riguarda i rapporti con il comune di Idro: nulli.

Eccessivo livore contro la precedente amministrazione.
Effettivamente non nutro grandi simpatie. Eppure ne facevo parte!
Può, forse, bastare l’articolo apparso su queste pagine a fine 2007: "Anfo si affida al Coordinamento"

Anche se la firma non è la mia (ero dimissionario) è tutta farina del mio sacco. Pienamente condiviso da tutta l’amministrazione.
A quanto pare le cose sono andate un po’ diversamente. Leggermente.
Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Come ebbi modo di scrivere agli allora amministratori “li avevamo con le palle sul ceppo“. Peccato che qualcuno abbia consegnato la scure al boia!

Indovini a chi sono state tagliate, le palle! Qualcuno ha persino perso la voce.
Eravamo in posizione di previlegio. Ecco cosa ci siamo giocati
Aspetto di essere sbugiardato. Sappiamo da chi.

Gianfranco Seccamani

Ps: per le eventuali conferme, i protagonisti delle vicende oggetto della presente sono tuttora viventi. Chiedere è lecito, rispondere è …..
Accidenti a me e a Lei Kyselak, sono le 02,40 e ancora sto scrivendo.
La ringrazio per l’attenzione con cui segue le vicende lacustri e non. Se vuole altre informazioni, mi telefoni, se non vuole rivelare l’identità. Facciamo prima. Spero di essere stato sufficientemente esaustivo. Buona lettura.
Alla prossima?


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