Rogo da salamine per la "vecchia" bionese
di val.

Come fu che l’adulterio portò al rogo un’orrenda vecchia, condannando l’oggetto delle sue attenzioni all’attività di cuciniere 


E’ accaduto a Bione la sera del giovedì grasso.

Così la richiesta di Marta, che ha rappresentato l’accusa.

«Questa sera siamo qui riuniti per processare la presente signora Deborah, ormai anziana ma ancora rovente, accusata di adulterio svoltosi nei locali della cucina del Terry Bar, con il qui presente Eugenio Eccomelli.
Il fatto si svolgeva quotidianamente all’insaputa di tutti.
Chiediamo una dura condanna per i due bischeri: lei verrà bruciata sotto gli occhi di tutti noi nel cortile antistante il luogo in cui si svolgeva il fatto, lui sarà costretto a cucinare polenta e salamine per tutta la serata.
Se siete d’accordo, si proceda all’esecuzione».

Nessuno ha avuto da ridire e, mentre il sinistro rossore delle braci del rogo ancora illuminava la fredda serata, in trenta almeno si sono dati da fare per “consumare” - degnamente annaffiata di buon vino - la pena  del povero Eugenio, rimasto senza amante, con le membra stanche e la cantina vuota.

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