Educare al tempo di Internet
di Fabio Borghese

Prendono il via questa sera a Villanuova sul Clisi le conferenze della serie “Genitori in forma(zione)”, con un primo incontro dedicato al rischi della rete a cura del prof. Giuseppe Maiolo, curatore della rassegna



Torna anche quest’anno la rassegna di conferenze per genitori ed educatori “Genitori in forma(zione)”, organizzata dal Comune di Villanuova sul Clisi e dagli Assessorati alla Cultura – Istruzione – Politiche sociali e il sostegno della Comunità montana di Valle Sabbia, la Cooperativa Sociale Area, la parrocchia Sacro Cuore di Gesù.

Il primo incontro si terrà questa sera alle 20.30 presso la sala consiliare del municipio di Villanuova, con la prima conferenza sul tema “Educare al tempo di Internet” a cura di Giuseppe Maiolo, psicoanalista, coordinatore scientifico della rassegna.
Lo abbiamo intervistato per farci anticipare i temi che saranno affrontati.

Prof. Maiolo, anche quest’anno si ripete il ciclo di incontri per genitori ed educatori “Genitori in forma(zione)”. Quali sono gli obiettivi e le novità?
Gli obiettivi e le finalità di un evento come questo sono sempre gli stessi, ovvero fare educazione familiare, sostenere la famiglia, arricchire la consapevolezza, promuovere le risorse degli educatori, fare rete. Oggi la sfida dell’educazione richiede a tutti strumenti di lettura sempre più specifici e capacità di riflessione continua sulla relazione con i figli, bambini o adolescenti che siano.
Ma penso anche che ci sia bisogno di ricostruire un tessuto di condivisione educativa e il sottotitolo “Crescere per far crescere” allude alla necessità operare insieme per rimettere in moto quella comunità educativa che può dare a tutti una mano e al contempo sostenere la fatica degli educatori, che hanno bisogno di tenere botta, come verrà affrontato in un intervento.

Qualche tema?
Coniugando la parola educazione abbiamo pensato ad esempio di proporre riflessioni non solo di esperti del settore come pedagogisti o psicologi, ma anche di altri ambiti. Così sulla necessità di immaginare un’educazione diversa abbiamo chiesto a Claudio Imprudente, scrittore e giornalista di parlarci della diversabilità. A questo proposito sottolineo un errore nelle locandine e che l’incontro del 10 aprile è stato anticipato a lunedì 7 aprile sempre alle 20,30. Poi si parlerà di conflitti in famiglia e di come gestirli. Per questo tema ci sarà Amico Dolci, figlio di Danilo Dolci che del padre porta avanti il pensiero. Poi Isabella Bossi Fedrigotti, famosa giornalista attenta ai problemi sociali che porterà l’attenzione sul tema della “famiglia larga”. E poi Mariella Bombardieri che ci dirà dell’importanza di reggere e tener botta come educatori, Nicoletta Simionato che affronterà l’educazione ai sentimenti, Giuliana Franchini che metterà l’accento sulle paure non solo dei bambini ma anche degli educatori e Ezio Aceti che punterà il riflettore sulla nonnità e sulla valenza educativa.

L’argomento di venerdì 28 marzo è “Educare al tempo di Internet”. Vuole anticiparci qualcosa?
Anche il mio intervento vuole portare l’attenzione sulla realtà che ci avvolge tutti, cioè la rete con i suoi enormi vantaggi ma anche con i suoi potenziali rischi e pericoli per i minori. Educare in questo momento significa fare i conti con quelle che sono le nuove tecnologie e i nuovi mezzi di comunicazione. Vuol dire essere sempre di più competenti in questo ambito, e allo stesso tempo capaci di affiancare il processo di crescita di quelli che a giusto titolo sono chiamati “nativi digitali”. Noi adulti che, viceversa siamo “stranieri digitali”, oltre alla fatica solita di chi deve governare i processi di crescita, come educatori, abbiamo adesso un impegno in più che è lo sforzo di capire e conoscere i nuovi modelli di comunicazione che stanno modificando le relazioni e il modo di ragionare nostro e dei nostri figli. Questo può aiutarci non solo a far crescere bene i figli ma anche proteggerli.

Allude ai pericoli della Rete?
Certo. Anche se Internet così come le nuove tecnologie non devono essere demonizzate. I pericoli e i rischi ci sono e si aggiungo a quelli di un tempo. I nuovi sono diversi, alle volte più subdoli. Penso al rischio di adescamento in rete, ma anche alla diffusione di materiale pedopornografico. Tuttavia sono i comportamenti e gli atteggiamenti che si stanno modificando e che possono costituire un pericolo per le nuove generazioni. Faccio un esempio: un giovane che sta su Facebook oggi è assolutamente convinto non solo di avere degli amici, ma anche di conversare con un'altra persona. Eppure noi sappiamo che la conversazione implica sistemi diversi di comunicazione che sono al contempo verbali e non verbali. In questo modo ci avviamo a vedere generazioni di futuri adulti che mancano e mancheranno sempre di più di esperienze emotive e capacità di gestire i sentimenti che sono collegati agli affetti.

Cosa dovremmo fare come educatori?
Molte cose. La prima forse è quella di colmare la distanza generazionale conoscendo e condividendo di più le nuove tecnologie. Capire il fenomeno è più importante che giudicarlo. E’ fondamentale che gli adulti in quanto “migranti digitali” devono imparare a conoscere bene Internet e le sue potenzialità ma allo stesso tempo alternare un livello di controllo ad un livello di curiosità. Poi per contrastare i pericoli della Rete, è necessario fare rete. Questo è quello che intendo quando dico che è necessario ri-attivare una Comunità. Insieme riusciamo meglio che da soli.

Come si partecipa a questo percorso?
La partecipazione è libera e gratuita. E’ però caldamente consigliata la regolarità in quanto ogni tema è collegato all’altro ed è con questo potersi trovare e condividere esperienze, dubbi, ansie che costruiamo rete. Per favorire questo abbiamo pensato di riconoscere l’impegno della partecipazione costante con il “Brevetto del genitore (quasi) perfetto”!

In foto Giuseppe Maiolo
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