«Costretto a lasciare il ruolo»
di Red.

Un articolo comparso nei giorni scorsi sul dorso bresciano del Corriere della Sera, riprende alcune vicissitudini gavardesi che riguardano la Polizia locale


Costretto a lasciare il ruolo il comandante che denuncia chi cancellava le sanzioni.
Questo il titolo sulla versione cartacea del Corriere della sera di alcuni giorni fa, che continua:

Un comandante dei vigili che viene rimosso per aver denunciato agenti che commettevano illeciti. Nonostante la motivazione ufficiale si aggrappi a un presunto appiglio normativo.

La storia parte da lontano.

Il 29 settembre del 2012 Marco Sartori viene nominato comandante della polizia locale di Gavardo. Ma un precedente è già approdato sul tavolo della Corte di Conti, che in dicembre stima in quasi 82mila euro il presunto danno erariale causato da una scelta del Comune: affidare a un «esterno» il ruolo di comandante dei vigili.

Roberto Cittadini
lo fu fino al 2001, per essere richiamato nel 2011, benchè in pensione, denunciano i consiglieri di minoranza.
Con gli accertamenti in corso, a capo dei vigili vien nominato lui, Sartori. Sentito come persona informata sui fatti dalla Corte dei Conti, nel 2013 avrebbe denunciato una serie di illeciti commessi dai suoi stessi sottoposti.

Un agente in servizio è sospeso per sei mesi per aver cancellato alcune multe. Sanzioni che sarebbero state destinate ai vertici comunali, o agli amici.
Oltre alla denuncia in procura, scatta il provvedimento disciplinare dell’allora segretario comunale. Che con Sartori avrebbe ricevuto pressioni dal sindaco affinchè la questione non andasse avanti.

A testimoniarlo sarebbero proprio le mail
del sindaco: «è stato messo in campo nell’arco di pochi giorni un approccio legalistico-formale che non ha tenuto in conto i principi di efficacia ed efficienza che devono guidare l’azione amministrativa. Credo che il percorso da voi seguito arrecherà grave pregiudizio al corretto espletamento delle funzioni della polizia locale».
Il vigile fa ricorso – il Comune non si costituisce parte civile – e viene reintegrato dal giudice del lavoro.

Arriviamo a fine 2013. Quando cioè Sartori non viene riconfermato per la legge anticorruzione.
Un mancato rinnovo – scrive il sindaco - «finalizzato a garantire la rotazione del personale con funzioni dirigenziali in un ruolo esposto più di altri a rischio corruzione».
Nessun elemento oggettivo.
Ma tra i settori a rischio, nella legge, non compare la polizia locale. Semmai, la tutela di chi denuncia illeciti «dall’interno».

Mara Rodella


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