Carriera finita per l'usuraio di Lumezzane
di Salvo Mabini

Undici le vittime accertate, fra questi anche due artigiani valsabbini. L’hanno bloccato i carabinieri di Sabbio Chiese insieme ai colleghi del Nucleo operativo di Salò, col supporto tecnico dei Nor di Brescia


Usura aggravata.
Con questa infamante accusa è stato arrestato M.R. un pluripregiudicato sessantaseienne di Lumezzane.
L’uomo, di origine siciliana, è arrivato in Valgobbia 38 anni fa facendo l'impresario edile.
Con quello che ha guadagnato, avvicinandosi la pensione, ha messo su un’impresa ancora più redditizia: prestare il denaro a strozzo.

Secondo quanto hanno potuto calcolare i militari che gli hanno messo le manette, gli interessi usurai andavano dal 20% mensile al 240% annuo, con un guadagno per lo strozzino lumezzanese di oltre 500.000 euro l’anno.

Un’impresa dello strozzinaggio stroncata a un’attività investigativa cominciata a ottobre dello scorso anno, in seguito a una denuncia presentata a Sabbio Chiese da un consulente assicurativo di Brescia che lavora nella zona della Valle Sabbia e che dall’aprile del 2011 si era rivolto al 66enne di Lumezzane, conosciuto per il tramite di conoscenti, in quanto bisognoso di liquidità, per far fronte a scadenze legate alla sua professione.

Dal 2011 ad oggi l’assicuratore avrebbe ricevuto dal pregiudicato quattro prestiti di denaro per un totale di 18.000 euro, restituendone, compresi gli interessi usurai, circa 25.000. Senza però estinguere il debito che ammontava ancora a 10.000 euro.
Ogni volta all’usuraio veniva consegnato un assegno a garanzia del prestito, corrispondente alla cifra ricevuta in prestito maggiorata del 20%, che era quanto era stato pattuito per gli interessi di un mese.
Se il prestito era di 5 mila euro l’assegno doveva essere di 6 mila.

Allo scadere di ogni mese, a partire dalla data del prestito, se il creditore non fosse riuscito a riconsegnare l’intera somma doveva comunque corrispondere i mille euro “maturati” di interesse. E l’assegno rimaneva ancora nelle mani dello strozzino.
I carabinieri, di concerto con la Procura della Repubblica di Brescia titolare dell’indagine, si sono messi in osservazione riuscendo a documentare un incontro tra l’usuraio e la sua vittima, avvenuto fra i tavolini all’esterno del bar del distributore di benzina in prossimità del Passo del Cavallo, lungo la Provinciale numero 79.

Nel corso dell’incontro il pregiudicato chiedeva e riceveva dal consulente assicurativo -  a garanzia dei crediti vantati, due assegni per un importo pari a 10.000 euro e così è scattato l’arresto in flagranza di reato.
In seguito a perquisizione personale e domiciliare i militari hanno poi rinvenuto nella sua disponibilità denaro contante sia in euro che in valute estere per un totale corrispondente a 5.000 euro ed ampia documentazione, tipo assegni bancari, cambiali, fotocopie di documenti d’identità e appunti contabili, che attestano lo scambio di denaro ad interesse usurario, con l’assicuratore bresciano, ma anche con altri soggetti quasi tutti piccoli imprenditori artigiani della zona.

In tutto sono undici le vittime accertate.

Fra queste anche due artigiani valsabbini che l’usuraio non avrebbe avuto remora a “protestare” quando si sono trovati impossibilitati a far fronte al debito.
Fra le vittime anche la titolare di un negozio di calzature di Gussago. In questo caso, quando non è stata in grado di fare fronte al debito è stata anche minacciata di morte da due complici del lumezzanese. I due sono stati individuati e denunciati: uno a piede libero, l’altro è ricercato perché deve già scontare una pena di 5 anni per truffa aggravata ed estorsione.

Sarebbero ad ogni modo moltissime le vittime finite nel giro a strozzo in questi ultimi anni.
Considerando “la propensione a delinquere” la “negativa personalità del soggetto e delle allarmanti modalità d’azione perpetrate con continuità nel tempo”, considerato individuo pericoloso, dopo l’arresto l’usuraio si è fatto già due mesi di carcere.
Ora è in stato di arresti domiciliari per motivi di salute, in attesa che il Gip decida in merito al suo rinvio a giudizio.

In foto:
- Il momento dell'arresto
- il luogo dell'incontro documentato dai carabineri

 

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