Sindaci in prima linea contro il gioco d'azzardo
di Cesare Fumana

Nell'incontro di venerdě l'appello dei primi cittadini di Villanuova e di Prevalle ai sindaci della Valle Sabbia perché firmino il Manifesto dei sindaci e promuovano la legge di iniziativa popolare contro il gioco d'azzardo

 

Una serata per squarciare il velo su un dramma in cui finiscono alcune famiglie, più diffuso di quello che si pensi: il gioco d’azzardo patologico, conosciuto anche con il nome di ludopatia, (brutto) neologismo per definire chi si rovina la vita davanti a una slot machine o con i sempre più diffusi giochi d’azzardo online.

Se ne è parlato venerdì sera nella sala consiliare del municipio di Villanuova, in un incontro organizzato dall’amministrazione comunale, alla quale sono intervenute alcune persone impegnate a vario titolo a contrastare questo triste fenomeno, che getta nella disperazione sempre più persone.

Il sindaco Ermanno Comincioli è da tempo in prima fila nella battaglia affinché le amministrazioni comunali possano avere strumenti per contrastare il dilagare di slot machine e sale da gioco.
Con lui anche altri sindaci, come quello di Prevalle, Ziglioli, presente anch’egli all’incontro, che ha contrastato il fenomeno in solitaria, con i pochi strumenti a sua disposizione.
Alla serata erano presenti anche altri amministratori comunali valsabbini, fra cui il sindaco di Barghe Guerra e gli assessori di Gavardo e Agnosine.
 

Un problema diffuso ma non percepito
Perché i sindaci impegnati in questa battaglia? Perché è a loro, ai Servizi sociali dei Comuni, che si rivolgono in prima battuta quelli che si ritrovano senza niente, dopo aver dilapidato in alcuni casi anche interi patrimoni. E i casi sono più numerosi e gravi di quello che si pensi.

Lo hanno sottolineato tutti. La percezione del fenomeno non è ancora arrivata all’opinione pubblica.
Sia ben chiaro – hanno detto all’unisono i vari relatori – nessuno vuole arrivare al proibizionismo, ma a una regolamentazione più stingente sì, specie in capo ai Comuni.

La capillare diffusione nei bar dei paesi delle “macchinette mangiasoldi” consente a tutti di avvicinarsi al gioco d’azzardo, in particolare le persone più deboli, giovani (anche minori) e pensionati.

Lo hanno spiegato Pietro Magri, giornalista di Terre di Mezzo, impegnato con la Scuola delle buone pratiche a portare alla luce e alla condivisione le cosiddette “buone pratiche” amministrative, che ha raccolto il grido d’allarme dei primi cittadini, e la psicologa Cinzia Sala, che ha illustrato i meccanismi con i quali le persone cadono nel tranello del gioco patologico.

Anche Roberto Rossini, presidente provinciale delle Acli di Brescia, come rappresentante di un’associazione impegnata nel sociale, anche attraverso la Lega Consumatori, è venuto a contatto con persone che si sono rovinate a causa del gioco d’azzardo patologico, ed ha vietato ai bar dei suoi circoli la presenza delle slot machine. L’associazione sarà impegnata anche nei prossimi mesi in campagne di sensibilizzazione dell’opinione pubblica.
 

La legge regionale
E le istituzioni? Per ora, oltre ai sindaci, sono intervenute in vario modo alcune Regioni, fra le quali la Lombardia che ha approvato di recente una legge per regolamentare il gioco d’azzardo.

Alla serata sono stati invitati i consiglieri regionali Fabio Rolfi, della Lega Nord, relatore della legge regionale sulle ludopatie, e Gian Antonio Girelli, del Partito Democratico, presidente della commissione regionale Antimafia.
Entrambi hanno sottolineato come tutte le forze politiche presenti in Consiglio regionale si siano adoperate nella stesura della legge, portando ciascuna un proprio contributo, collaborando come raramente succede.

«Certo la Regione è intervenuta “sul filo del burrone” – ha spiegato Rolfi – perché la competenza in materia è dello Stato, ma non potevamo stare con le mani in mano di fronte a questa piaga sociale ed abbiamo agito ad esempio sul piano della pianificazione urbanistica, che è di competenza regionale».
Rolfi ha poi elencato i punti principali sui quali interviene la legge, vietando come detto la collocazione di slot machine o sale da gioco nelle vicinanze di luoghi sensibili (scuole, centri sportivi, oratori, ecc.); in secondo luogo andando a incentivare attraverso sconti sulle tasse regionali (Irap) e con appositi bandi le attivitĂ  che non tengono le slot; infine, obbligando gli operatori del settore (baristi, proprietari delle sale da gioco), ma anche al Polizia locale, a seguire dei corsi per creare una coscienza critica.

Girelli ha invece evidenziato il problema della lobby delle poche aziende che gestiscono questo mercato, dove non di rado c’è l’infiltrazione delle mafie. Da qui l’impegno perché la questione sia portata a livello parlamentare, perché si prendano provvedimenti più stringenti, si abbia la certezza su che gestisce questo mercato, si prende coscienza del problema delle ludopatie e si ponga attenzione anche alla prevenzione.

L'appello dei sindaci
Nel corso della serata, moderata dal giornalista Marcello Zane, i sindaci di Villanuova e di Prevalle hanno rivolto un appello agli altri primi cittadini della Valle Sabbia perché firmino anche loro il Manifesto dei sindaci contro il gioco d’azzardo e si impegnino anche nella raccolta di firme per la proposta di legge di iniziativa popolare contro il gioco d’azzardo.

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