La tradizionale ricorrenza, infatti, quest'anno festeggia la conclusione dei lavori che hanno riportato agli antichi splendori la struttura e le opere d'arte ivi contenute.

Documenti particolarmente preziosi, fra i quali una tela del Pitocchetto datata 1729, dal titolo chilometrico: "L'Eterno Padre e la Colomba dello Spirito Santo appaiono ai Santi Francesco Regis, Fermo, Filippo Neri e Alberto da Trapani".

 

Un quadro che per ragioni di sicurezza viene attualmente conservato nella parrocchiale che Bione dedica ai santi Faustino e Giovita, mentre il santuario ospita una copia ottenuta mediante stampa su tela.

L'opera fungeva da pala dell'altare, insieme ad un affresco del Seicento che rappresenta la "Madonna con bambino fra i santi Gerolamo e Sant'Antonio Abate", testimonianza di un'epoca precedente all'ampliamento del luogo sacro.

 

Grande è la devozione dei parrocchiani di San Faustino che, riuniti nell'associazione "Amici della Madonna della Rupe", nel giro di un anno sono riusciti nel loro impegnativo intento.

Se per i restauri delle opere d'arte commissionati allo studio Seccamani in accordo con la Sovrintendenza ci sono voluti 33mila euro, infatti, altrettanti almeno sono stati spesi per sostenere il lavoro di numerosi volontari per le opere "accessorie", compreso il rifacimento della piazzetta antistante la chiesa e del muro che la sosteneva.

 

Hanno dato loro una mano la Fondazione della Comunità Bresciana con 15 mila euro, la Comunità montana che ce ne ha messi 10 mila, la Provincia con 6 e il Comune di bione con 2 mila euro. A questi enti si sono aggiunti i proventi di alcune feste di paese e le donazioni di un buon numero di privati cittadini devoti alla Madonna.

 

La messa solenne delle 11 e un quarto, coi parroci della vicaria, precederà l'immancabile spiedo e l'apertura di uno stand gastronomico. Libagioni da "digerire" col vespro programmato per le 16.