Alberi tagliati, è polemica
di Ubaldo Vallini

Gli operai del comune tagliano decine di alberi da frutto perchè troppo vicini alla strada. Per il vicesindaco è tutto regolare, ma i cittadini insorgono

 
«Uno scempio, una prevaricazione. Sono state sufficienti un paio di ordinanze comunali del vicesindaco, una delle quali firmata dopo l'intervento sul campo, per fare strage di piante da frutto, alcune delle quali secolari. Alberi "colpevoli" di trovarsi troppo vicini a strade sulle quali transitano al massimo una decina di veicoli al giorno».
 
Cittadini in rivolta ad Arveaco di Provaglio Valsabbia.
Sono alcuni proprietari di terreni accanto ai quali scorrono le vie Passo del Giovo, XXV Aprile e IV Novembre.
Ed è successo anche che l'amministrazione comunale, per evitare che dall'aggressione verbale si passasse ai fatti, abbia dovuto intervenire alla presenza dei Carabinieri.
 
Ad essere abbattuti degli operai del Comune ciliegi, noci, abeti, castagni e carpini storici, persino un melo secolare di una specie rara.
Ma soprattutto decine di alberi di amarena, pianta da frutto che a Provaglio ha sempre rivestito un ruolo particolare: «Fino a 30 anni fa da Provaglio scendevano a valle ogni anno 800 quintali di Amarene - ci dicono -. Si faceva festa e si eleggeva anche miss Amarena. Ora la festa glie l'hanno fatta con la motosega».
 
Fatti accaduti lo scorso dicembre e per i quali è stato informato anche il Comando vobarnese del Corpo Forestale dello Stato» ci dicono nel condurci sul posto.
Dopo la prima arrabbiatura, i cittadini coinvolti hanno provato ad ingoiare il rospo che però è risultato indigesto.
Tanto che adesso, visto che niente e nessuno si sta muovendo in loro soccorso, che la stessa ordinanza non è stata fatta rispettare nel resto del paese e che loro rischiano di dover pagare di tasca propria il forzato intervento, con il sostegno della minoranza in Consiglio provano a coinvolgere la stampa e meditano l'esposto alla Magistratura: «Vi pare che siamo solo noi i fessi?» dicono Dario, Evaristo e gli altri.
 
Il vicesindaco firmatario delle ordinanze si chiama Ermano Pasini ed è anche il presidente della Comunità montana di Valle Sabbia.
Si difende appellandosi alle leggi: «Non è una novità che si debbano rispettare determinate distanze dalle strade - ci dice -. Nei centri abitati sono previsti 3 metri dal confine, fuori dai centri abitati il minimo sono e 6 metri, un metro almeno ci vuole sempre per le siepi, palificazioni o recinti che dir si voglia. Su quelle vie sono stato costretto ad intervenire perché camion del gas, della nettezza urbana e del rifornimento idrico non riuscivano più a passare».
 
L'ordinanza comunale, insomma, sarebbe stata emanata solo per giustificare l'intervento diretto da parte dell'Amministrazione comunale, visto che i cittadini non intendevano fare da sé.
 
Gli altri però incalzano: «Ma quali leggi. Prima di tutto i sei metri sono previsti per le strade statali altamente trafficate e solo nel caso non se ne possa fare a meno. Quanto alle ordinanze ci risulta che divengano esecutive solo dopo il termine di pubblicazione e nel caso di via XXV Aprile addirittura l'ordinanza è del 20 dicembre e gli operai erano già intervenuti il 15. E che dire poi del movimento terra operato sulla Via Passo del Giovo che di fatto si è tradotto in un ampliamento della strada? Chi l'ha mai deliberato quello? E se serviva far passare mezzi più grandi, perché non si è optato per eventuali azioni di potatura?».
 
 
Fra le fotografie quella di Anna, una delle ultime ragazze di Provaglio Valsabbia ad essere state elette Miss Amarena.
 
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