Cade dall'albero e muore al «bait»
di Ubaldo Vallini

L’anno trovato riverso sul terreno con la testa fracassata a causa della caduta. E gi non c’era pi nulla da fare. E morto cos Gianpaolo Fabbro, pensionato 56enne che viveva con la famiglia in via Mocenigo a Vestone.

L’anno trovato riverso sul terreno con la testa fracassata a causa della caduta. E già non c’era più nulla da fare. E morto così Gianpaolo Fabbro, pensionato 56enne che viveva con la famiglia in via Mocenigo a Vestone.
E’ morto a Treviso Bresciano, al capanno che stava preparando per la prossima apertura della stagione venatoria.

Avrebbe dovuto far rientro a casa per la cena, ma era in ritardo. Così i familiari si sono insospettiti, hanno chiamato gli amici a Treviso chiedendo loro di controllare caso mai fosse successo qualche cosa. E’ toccato a loro, poco prima delle 20 di lunedì sera, di scoprire il cadavere dell’uomo a pochi metri dalla base dell’abete sul quale stava lavorando.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Idro con il maresciallo La Rovere che non hanno potuto far altro che confermare la dinamica accidentale della disgrazia.
Il medico igienista dell’Asl ha poi riconosciuto il decesso avvenuto, pare, diverse ore prima del ritrovamento.
Forse addirittura prima di mezzogiorno visto che nel “bait” i viveri erano gli stessi che l’uomo si era portato appresso al mattino.

La notizia ha presto fatto il giro della Valle Sabbia, dove erano in molti a conoscere Gianpaolo Fabbro e la sua sviscerata passione per la caccia. Di bocca in bocca, insieme alla notizia della disgrazia, anche la ricostruzione della sua ultima giornata.
Gianpaolo era uscito di casa di buon ora lunedì mattina. Alle 9 c’è chi lo ha visto a Odolo, dove possiede un appezzamento di terreno e dove si diletta ad allevare alcuni animali da cortile oltre ad un buon numero di api per il miele.
Poi è giunta l’ora di risalire la valle fino a Treviso Bresciano.

La “posta” di proprietà comunale che Gianpaolo Fabbro affitta da un paio d’anni, si trova nei pressi del Piazzale delle Streghe, precisamente in località Cocabinù, raggiungibile percorrendo per alcune centinaia di metri uno sterrato che si inoltra nel bosco lasciando la Provinciale fra Vestone e Treviso Bresciano, a poca distanza dalla chiesetta di San Liberale.
Gran parte degli alberi che circondano il “bait” erano già stati sistemati.

Quel giorno toccava al grande abete che si trova a monte del capanno.
Dopo aver fissato una lunga scala a pioli, Gianpaolo si era attrezzato di corde e verricello per issare un grosso ramo essiccato che avrebbe fatto da “posta”. “Manovre che ha fatto centinaia di volte”, assicurano quanti lo conoscevano bene. “Lui poi era uno di quelli che si attrezzavano bene, per cadere deve aver avuto un malore, è sicuro” aggiungono.
Si sa che è caduto, probabilmente dall’altezza di una quindicina di metri, e che l’impatto con il terreno gli è stato fatale.

Nella notte la salma è stata ricomposta nell’abitazione vestonese di Mocenigo dove l’intera comunità si sta stringendo attorno alla moglie Renata, l’unico figlio Marco, 30enne, sposato con Antonella e padre della piccola Stefania, le sorelle, la suocera.
I funerali saranno celebrati oggi pomeriggio alle 16 nella chiesa di San Lorenzo in Promo.
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