Non riapre fino a martedì
di Ubaldo Vallini

Non c'è Trentino o volontà politica che tenga, l'intervento sulla parete pericolante alla Batteria Tirolo non sarà concluso prima di martedì. E nel frattempo la strada rimarrà chiusa. Aggiornamento ore 12

 
La volontà politica mal si concilia con le esigenze tecniche.
Così almeno ad Anfo, dove l'annuncio dell'imminente riapertura della strada, che a sentire il presidente della provincia on. Daniele Molgora avrebbe dovuto avvenire nel pomeriggio di oggi, è stato smentito dai responsabili del Demanio.
 
La novità, ma sarebbe meglio dire la conferma, è giunta come un fulmine a ciel sereno al termine dell'ennesimo sopralluogo avvenuto ieri mattina alla presenza dei funzionari del Demanio e della Provincia di Brescia, con i sindaci di Anfo e di Bagolino.
Con loro anche il presidente della Comunità montana Ermano Pasini che i questi giorni, pur non avendone competenza diretta, avvalendosi del personale della Comunità montana e dei volontari della Protezione civile, ha di fatto coordinato tutti gli aspetti logistici ed organizzativi dell'emergenza.
 
«Il responsabile dell'intervento sono io e vi dico che prima di martedì prossimo non riusciremo a finire i lavori» ha tuonato l'ingegner Clarizza del Provveditorato alle Opere pubbliche di Milano.
Impossibilitati ad utilizzare delle microcariche, dopo aver ripulito la parete pericolante dagli arbusti, gli operai rocciatori dovranno piantare i chiodi che poi permetteranno di fissare una grande rete d'acciaio.
 
Anche a fare alla svelta, insomma, ci vuole più o meno il tempo ipotizzato all'indomani della frana.
Facile a questo punto prevedere un duro confronto nella riunione attesa per questa mattina alle 10 in Prefettura.
Fra gli altri ci saranno anche gli amministratori della Provincia Autonoma di Trento, che nei giorni scorsi, convinti di poter riaprire la 237 del Caffaro già da oggi, avevano messo a disposizione risorse tecniche e finanziarie.
 
«Pensavamo di riuscire a ridurre e di molto i tempi dell'intervento, ora altri tecnici ci dicono che ci vorranno cinque giorni e io non so più di chi fidarmi - ci ha detto ieri l'assessore ai Lavori pubblici Maria Teresa Vivaldini -. Quello che chiederò al tavolo del Prefetto è di avere tempi certi per la riapertura e chiederò anche che cosa si intende, secondo il Demanio, per intervento di "somma urgenza"».
 
Il riferimento dell'assessore è al tipo di intervento in atto: «Quella è una strada sulla quale transitano ogni giorno dai 14 ai 15 mila veicoli, che diventano 20 mila il sabato e la domenica. E non ci sono alternative, bisogna passare proprio di lì. Come possiamo pensare di affidare il ripristino della viabilità a due soli operai?».
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Aggiornamento ore 12
 
In occasione del veritce in Prefettura che ha avuto luogo questa mattina, è stato preso atto della impossibilità di aprire la strada in tempi brevissimi.
A detta dei tecnici responsabili dei lavori, infatti, come del resto avevamo anticipato noi ieri, sono fondamentali gli interventi di imbracatura con reti per poter riaprire in sicurezza la strada.
 
In quel punto e in altri punti ritenuti pericolosi, è stato chiesto all'impresa di lavorare "non stop", per poter aprire entro due o tre giorni.
Al momento, insomma, non è stata fornita una data esatta per il ripristino della viabilità.
Nel frattempo, ai porti di Anfo e Ponte Caffaro, sono state registrate lunghe code e le scuole si stanno organizzando variando gli orari di ingresso e di uscita in modo di diluire la prìesenza degli studenti sui moli.
 
 
 

 

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