«Quei quadri in Piazza Vittoria»
Una "Fondazione Garosio" capace finalmente di valorizzare il grande patrimonio lasciato ai valsabbini dal maestro vestonese? Perchè no.

 
Gentile e caro direttore,
 
che piacere, imbattermi, al quadriportico di piazza Vittoria di Brescia, in una vetrinetta che custodisce tre opere del nostro indimenticato Ottorino Garosio di cui nel mese di novembre si ricorda l'anniversario della morte (1980), parimenti a quella, 50 anni orsono, di un altro grande pittore valsabbino, Edoardo Togni.
 
Non si tratta di una minuscola mostra en plein air, né di una rassegna postuma, bensì dell'ostensione, ad opera, credo, del gestore di una bancarella che lì commercia libri e carte antichi e rari, di tre quadri che ritraggono scene di vita e di paesaggi valsabbini.
Non ho sindacato per quali ragioni i dipinti siano esposti. Io, ahimé, non  posso fare altro che ammirarli.
 
Mi sono però detto che sarebbe bello poterli riunire -  lanciando una sorta di caccia al tesoro -  ad altri dello stesso maestro vestonese, quelli ad esempio, visibili dalla vetrina di un negozio di oggettistica di via Matteotti angolo via San Francesco d'Assisi.
Un'operazione finalizzata, magari!, a promuovere una rassegna di tanti piccoli "tesori" usciti dal cuore e dalla mano dell'artista, oggi dispersi per ogni dove ed a rischio di scomparire per sempre.
 
Rassegna di cui lei, caro direttore, potrebbe farsi promotore col suo giornale e col supporto indispensabile delle realtà istituzionali, culturali ed economiche della Valsabbia.
Insomma, se già non  esiste, vedrei bene una "Fondazione Garosio", che in seguito possa conservarli, sostenuta dalla Comunità di Valle, dalle banche valsabbine, e perché no anche della vicina provincia di Trento, ma, soprattutto, da  una bella e  autorevole squadra di moderni imprenditori-mecenati che con magnanimità, lungimiranza, amore per la propria terra vogliano preservare il nome e le opere di Ottorino.
 
Cito, in ordine alfabetico, i Brunori, i Leali, i Niboli, gli Oliva, i Pasini, e così via elencando, che tanto hanno dato per lo sviluppo della Valsabbia, ma che altrettanto hanno ricevuto da essa.
Coraggio signor direttore, galvanizzi l'orgoglio dell'intera valle del Chiese, la coinvolga, da Bagolino a Gavardo, e faccia un passo in questa direzione eventualmente collaborato dal bravo critico del Giornale di Brescia prof. Tonino Zana (esperto di Garosio, ma non solo) per il commento artistico-interpretativo e la corretta catalogazione, e dal prof. Aldo Bonomi per quello storiografico.
 
Potrebbe essere l'evento culturale valsabbino del 2013! Ci pensi.
 
Suo sempre aff.mo
Pietro Principe

Ps - Le allego un'immagine dei sopra citati dipinti. Non  è di buona qualità a causa dei riflessi dovuti al vetro della bacheca, ma credo renda bene l'idea.
 
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