Disagio e sicurezza
di Ubaldo Vallini

Proseguono a Bione i lavori per limitare i disagi causati dalla frana che l'altro giorno ha provocato la chiusura della strada che porta a Lo.

 
«Disagio e sicurezza, stiamo prestando la massima attenzione principalmente a questi due aspetti - ci dice Gianni Marchi, il sindaco di Bione -. Il primo deve essere il più limitato possibile, il secondo è la condizione senza la quale non muoviamo un dito».
L'argomento è la chiusura della ripida strada che porta all'altopiano di Lo, area attrezzata a verde pubblico, a capanni, ad allevamento di bestiame e per qualcuno anche abitazione, che senza quella strada non è raggiungibile se non passando per il "Salto", dopo un lungo giro da fare rigorosamente a piedi.
 
Nei giorni scorsi appena sopra la "Vià de lè vachè" - anche questa alternativa pedonale è chiusa per ordinanza del sindaco - si sono staccati dei massi enormi. A
lcuni di 3/4 metri cubi pesanti decine di quintali.
«Si sa di preciso anche quando è successo, perché alle 7 e 30 di lunedì è salito con la Panda Fabio, il figlio di Enzo, e non era successo ancora nulla. Alle 7 e 45 è sceso Gualtiero col fuoristrada e si è trovato a tu per tu con i macigni» ci dicono in paese.
 
Uno dei più grossi è saltato sulla strada cementata distruggendone il fondo, sfiorando poi la casa del "Seti", prima di fermarsi.
Un altro è fermo appena sopra dopo aver attraversato un bel po' di recinzioni, altri ancora sono appoggiati ai tronchi degli alberi lungo una traiettoria di un centinaio di metri almeno.
 
Insomma: nonostante Regione e Comune siano stati velocissimi nel decidere gli interventi da fare, permane una situazione di pericolo.
«L'ho detto ieri: ci vuole del tempo e ancora non ne è passato abbastanza - aggiunge il sindaco che passo passo sta seguendo le operazioni -. Due enormi massi pericolanti sono stati disintegrati con i martelli pneumatici, ad altri verranno costruiti attorno dei sostegni, poi ci sarà da posizionare una rete paramassi lunga una quarantina di metri. E' una zona particolarmente impervia e bisogna fare una cosa per volta».
 
Questo per la sicurezza, e per il disagio?
«C'è l'ordinanza, ma non ci sono le transenne, chi vuol passare lo può fare, tranne che nei momenti di lavoro più delicati. In quel caso si fermano tutti».
E ad ogni ora di lavoro il pericolo diminuisce.
 
20120906_masso_lo_003.jpg