Il riccio stanco
di Itu

Alcuni animali del bosco in Valsabbia muoiono sulla strada, altri per la caccia o di vecchiaia. Curioso quando l'ultimo respiro gli tocca di esalarlo tra auto, gatti e umani incuriositi.

 
Nel garage, tra attrezzi e materiali dismessi un riccio enorme si è appallottolato nel suo modo di difesa, spandendo intorno un odore che chiamare puzzo è poesia.
Sembrava che non volesse reagire, si sarebbe detto stanco, i gatti incuriositi molto cautamente sono andati ad annusare lo strano personaggio storcendo i baffi sdegnosi, con una zampa hanno provato a sfiorarlo: niente, il musetto appuntito è sbucato tra le spine ma nessuna voglia di reagire lo stuzzicava.
 
Ho pensato che fosse tranquillo perché già padrone di quegli odori, a portata di acqua e ciotola degli avanzi di pranzi felini, in fin dei conti un riccio di grossezza notevole, apparentemente integro, forse solo in vacanza dai rigori di vita del bosco.
 
Dopo qualche ora ancora era lì, si è messo su di un fianco lasciando andare fuori le zampette unghiate e il musetto puntuto, il respiro lento e sempre più lontano, fino a diventare rigido e dimenticarsi della vita.
Un anziano che si è allontanato dalla famiglia senza rendersi conto di forze finite? Avvelenato?
Chissà cosa lo ha bloccato e deviato dal mondo a lui conosciuto per morire in un garage.
 
 

 

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