Indagine al Polivalente
Lo scherzo il fenomeno più comune, ma anche furti ed estorsioni. Al Polivalente di Idro sarebbero vittime di fenomeni di bullismo 14 studenti su 100.

Il bullismo c’è anche se a volte non si vede. Sono le conclusioni alle quali sono arrivati i ragazzi della classe Terza B «operatore dei servizi sociali», col loro insegnante Mario Carucci, che hanno condotto una ricerca su un campione significativo dei 450 studenti di Idro dell’Itc progetto Igea e di Ipssar Alberghiero, Liceo scientifico e, appunto, dell’Oss. Uno studio che ha riservato qualche sorprsa in fase di elaborazione: un ragazzo su 4 non sa cosa sia il bullismo - infatti -, ma il 58,4% afferma che al Polivalente gli atti di bullismo ci sono e che, lo dichiara il 77% degli intervistati, i bulli non viaggiano mai soli.

Un bullismo che a Idro non raggiunge gli eccessi, ma c’è. «I tipi di prepotenze più comuni - ha concluso la ricerca - sono la presa in giro, le offese e gli insulti, gli scherzi pesanti e l’esclusione dal gruppo. Minimi sono invece gli episodi di piccoli furti, di furti "importanti" (tale è considerata la sottrazione del cellulare), di minacce e aggressioni fisiche. Sotto il 2%, ma presenti, gli episodi di estorsione in denaro».

Motivi religiosi o etnici per far spazio a razzismo ed intolleranza verbale ci sono, pur con percentuali nell’ordine dei decimi di punto. Ma quali le reazioni dei compagni agli episodi di bullismo?
C’è chi fa finta di niente (il 32,5%), chi si diverte e fa il tifo per il bullo (il 30%), chi esclude la vittima dal gruppo (il 14%), chi cerca di aiutare il più debole (11%) o lascia da solo il bullo (6,2%), e chi si spaventa (il 5,5%).
Cosa fare per ridurre il bullismo? Fra le soluzioni suggerite, l’intervento degli adulti, l’isolamento del bullo, la sensibilizzazione degli alunni e del gruppo di classe, o il rivolgersi a preside ed insegnanti.
Al 68% degli intervistati è capitato di assistere a episodi di bullismo, al 14,5% di subirne, ed al 17,3% di farne.

Ma perché si compiono atti di bullismo?
«Per dimostrarsi più forti - conferma la ricerca -, per far paura, per stare al centro e comandare, perché è modo semplice per risolvere i problemi. Ma anche (lo dice solo l’1,4% del campione) per richiamare l’attenzione degli adulti su problemi e disagi personali».

Per il 15% del campione, solo con la violenza si afferma la propria personalità. Per la metà invece, ognuno dovrebbe sapersi difendere.
IInfine, 3 alunni su 4 non tollerano l’opinione diversa dalla propria, e per 1 su 4 è inevitabile escludere il diverso dal gruppo. Il 12% del campione non ha preso posizione sul tema. «In sostanza - conclude il professor Carucci - è emerso come il fenomeno "bullismo", che qui si manifesta in misura ben più contenuta rispetto agli istituti di città, comunque esiste, pur se senza gravi episodi».

Massimo Pasinetti da Bresciaoggi
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