Da valle siderurgica a «Green valley»
di Giancarlo Marchesi

In occasione della kermesse vestonese dedicata all'energia, ha avuto luogo anche un partecipato incontro con docenti, imprenditori, artigiani e bancari.

 
Da valle siderurgica a «Green valley».
È possibile che nel prossimo futuro il tessuto economico della Valsabbia si trasformi e colga le interessanti e appetibili opportunità che le fonti rinnovabili dischiudono?
Di questo interessante percorso evolutivo si è parlato venerdì a Vestone, nel corso di una tavola rotonda che aveva appunto per tema: «Economia della Valle Sabbia: quali opportunità dalle nuovi fonti energetiche?».
 
L’incontro, coordinato da Gianni Bonfadini, vicecaporedattore del Giornale di Brescia, ha visto la partecipazione di docenti, imprenditori, artigiani e esponenti del mondo del credito.
Caterina Braga, ricercatrice dell’Alta scuola per l’Ambiente dell’Università Cattolica, ha fornito un quadro sul cambiamento climatico e sui rischi e le opportunità ad esso collegati.
Giuseppe Pasini, presidente di Federacciai, ha rivendicato gli sforzi che il mondo della siderurgia ha compiuto negli ultimi vent’anni in campo ambientale ed energetico: non a caso, il patron della Feralpi ha sottolineto come rispetto ad un recente passato, il comparto siderurgico utilizzi oggi, a parità di produzione, una quantità di energia nettamente inferiore (attorno a 40% in meno).
 
Ma questi sforzi paiono vanificati – ha proseguito Pasini – dalla concorrenza esercitata dai paesi di nuova industrializzazione che, se da un lato sono andati verso il nucleare, dall’altro non sono assillati dalle problematiche di carattere ambientale.
Mauro Ferretti, presidente del Consorzio elettrico di Storo, ha invece focalizzato la sua attenzione sul rapporto privilegiato che le società di servizi devono avere con il territorio di riferimento.
Un rapporto che deve spingere le multi-utility ad assecondare i bisogni e le esigenze che provengono dalla clientela.
 
Ferretti ha poi insistito sul concetto di rete di servizi per dare, anche ad aree periferiche - come la Valle Sabbia e il basso Trentino – le opportunità che hanno le aree centrali del modo, attraverso la cosiddetta «Smart city» (città intelligente).
Il presidente della Confartigianato, Eugenio Massetti, ha messo in luce che gli artigiani locali hanno colto appieno le opportunità derivanti dalle nuove fonti energetiche, attraverso un’intelligente trasformazione delle proprie competenze: da semplici elettricisti, ad esempio, ad esperti del fotovoltaico.
 
Davide Donati, direttore della Cassa rurale Giudicarie Valsabbia Paganella ha fornito una lettura dell’attuale congiuntura: secondo il banchiere sapranno rimanere sul mercato solo quelle aziende che recentemente si sono ristrutturate per venire ad assecondare le nuove, diverse esigenze dei mercati.
Ha chiuso la tavola rotonda, con una nota di speranza sulla capacità dell’uomo di affrontare i problemi, anche quelli spinosi come la questione energetica, la pedagogista Simona Sandrini.

 

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