Vietate quel sentiero
di Ubaldo Vallini

Dopo la tragedia le polemiche: č opinione diffusa, intorno al lago, che il sentiero dei Contrabbandieri debba essere chiuso al passaggio dei ciclisti.

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Era un ciclista esperto e soprattutto ben preparato dal punto di vista di vista atletico Sandro Vito Porta, il turista belga di 39 anni e di origini italiane deceduto mercoledì in seguito alle gravi ferite riportate nella caduta rimediata sulle montagne che circondano il lago d’Idro.
Non era certo uno sprovveduto, insomma.
 
E’ invece il sentiero detto “dei Contrabbandieri” ad essere troppo pericoloso da percorrere in bicicletta, sempre che di percorrenza si possa parlare, nel caso di escursioni con mountain bike al seguito.
Nel tratto di sentiero messo in sicurezza dai volontari del Gruppo Sentieri Attrezzati di Idro, infatti, proprio dove il 39enne ha perso l’equilibrio, anche chi transita a piedi è praticamente obbligato ad utilizzare un passamano.
 
Con la bicicletta c’è chi se la prende a spalle e chi invece la accompagna trattenendola fra le gambe mentre si tira in avanti utilizzando il cavo.
Sempre ad ogni modo in equilibrio e con un’aderenza oltremodo precaria, che ogni anno è causa di almeno un grave incidente, qualche volta dall’esito mortale.
Sotto, seminascosta dalla vegetazione, ci sono duecento metri di roccia praticamente verticale, che in caso di scivolata non perdona.
 
Il sentiero dei Contrabbandieri permette però in poche centinaia di metri di evitare o di completare il periplo del lago.
Ecco il perché della scelta di molti, nonostante la pericolosità.
“Bisognerebbe vietare ai ciclisti di passare di lì” il commento più gettonato ieri attorno al lago.
 
I volontari che se ne curano difendono però la scelta di averlo ripristinato ed attrezzato: «Va da sé che un sentiero classificato con segnaletica internazionale come “attrezzato” è da percorrere esclusivamente a piedi – ci dicono -. Lo fanno ogni anno migliaia di persone senza problemi. Per noi tanto basta e mettere divieti certo non è di nostra competenza».
Il viaggio in patria dello sfortunato ciclista, che lascia moglie e due figli piccoli, è stato programmato per questo sabato.
Nel frattempo è stato disposto che la salma rimanga custodita nella camera mortuaria del cimitero di Idro.
 
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