Una nuova tassa
di red.

Il 15 aprile sono stati ridotti drasticamente e per legge i prezzi di riferimento per i farmaci generici. A pagare sono come al solito i cittadini, ma non in tutte le regioni.

Da pochi giorni a questa parte i cittadini si trovano a dover pagare ancora di più per i farmaci generici anche se acquistati con la ricetta. Infatti l’Agenzia italiana per il Farmaco ha abbassato i rimborsi per i farmaci equivalenti così da far risparmiare il sistema complessivo 600 milioni di euro l’anno. Peccato che a questo provvedimento non sono seguite le previste riduzioni di prezzo da parte delle industrie farmaceutiche e a pagarne le spese alla fine siano gli utenti.

 
Così in una nota del consigliere regionale per la Valle Sabbia Gianantonio Girelli: “Si tratta di una conseguenza della Finanziaria approvata dal ministro Tremonti. Apprendiamo dalle agenzie che Colozzi ha dato la colpa a una legge (del Governo di cui è rappresentante sul territorio) scritta male, ma in una regione come la Lombardia in cui i cittadini pagano già 200 milioni di euro l’anno di ticket sui farmaci non è pensabile scaricare su di loro altri costi per la spesa farmaceutica – dicono Sara Valmaggi e Gianantonio Girelli del Pd - . Regioni virtuose come la Toscana, pur avendo i conti sanitari in pareggio senza aver introdotto alcun ticket, hanno scelto di compensare con risorse proprie la differenza. Ci aspettiamo che Regione Lombardia faccia lo stesso”.

Ma vediamo cosa è successo.
Secondo Altroconsumo lo scorso 15 aprile l'AIFA ha abbassato la quota di rimborso che lo Stato assicura ai cittadini sui farmaci equivalenti.
Lo scopo: far risparmiare 600 milioni di euro al SSN.
La beffa? Non è un risparmio ma un trasferimento di spesa dallo Stato alle tasche dei consumatori.
 
Un esempio, denunciato da un socio di Altroconsumo: una confezione del farmaco Lamictal (100 mg da 56 compresse), antiepilettico, per cui il cittadino pagava al massimo solo 3 euro oggi gli costa 22,98 euro.
Questo perché il prezzo di riferimento (quota rimborsata dal SSN) sino al 14 aprile scorso era di 49,95 euro.
Con il prezzo al pubblico del farmaco di 52,95 euro si pagava solo la differenza.
Oggi il prezzo di riferimento è stato abbassato dall'AIFA a 29,97 euro. Dunque la differenza, pari a 22,98 euro, è trasferita sulle tasche del consumatore.
 
Secondo l’AIFA fin da oggi (giovedì) le aziende farmaceutiche abbasseranno i prezzi.
Quello che succede, invece, è che tutte le associazioni di categoria (Farmindustria, Assogenerici, Federfarma) stanno protestando e dichiarano che i nuovi prezzi di riferimento sono difficilmente sostenibili.
E' in atto una negoziazione tra soggetti forti nel mercato dei farmaci generici.
Purtroppo sulla pelle e sulle tasche dei consumatori.
 
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