Parco delle colline, tutto fermo
di red.

A un anno dalla raccolta firme per costituire un nuovo parco fra Valtenesi e basso Garda ancora nessuna risposta dalla Regione. Contrarietà degli agricoltori mantovani.

Più volte negli anni passati era stato lanciato l’allarme di un rischio di cementificazione dei paesi che si affacciano sul lago di Garda. Per questo un anno fa alcune associazioni ambientaliste hanno organizzato una raccolta firme per una proposta di legge regionale d’iniziativa popolare per istituire il Parco delle colline moreniche del Garda.

Un progetto collegato ad uno analogo portato avanti in contemporanea sulla sponda veronese del Garda così da creare una rete di parchi contigui a quelli già esistenti, cioè il Parco Alto Garda e il Parco del fiume Mincio, così da ottenere un mega parco naturale di portata europea, esteso su un territorio di ben 120.000 ettari dove vivono 250.000 persone.

I comuni interessati nel bresciano sono 18: (Roè Volciano, San Felice, Puegnago, Muscoline, Manerba, Polpenazze, Calvagese, Soiano, Moniga, Padenghe, Bedizzole, Desenzano, Lonato, Calcinato, Sirmione, Pozzolengo, Montichiari e Carpenedolo) più 8 di area mantovana, mentre sul versante veneto si estende da Peschiera fino a Malcesine.

Lo scopo è quello della tutela dell’ambiente, contenendo ogni ulteriore consumo del territorio; predisponendo un piano ambientale strutturale dell’intera area, al quale si adegueranno automaticamente i piani di governo del territorio; varando una normativa transitoria di salvaguardia, per evitare una «corsa alla cementificazione».

Netta contrarietà è stata espressa dagli agricoltori mantovani che, attraverso Coldiretti, Confagricoltura a Cia, hanno fatto pervenire il proprio disappunto a tale proposta alla Commissione VIII Agricoltura della Regione Lombardia, che dovrebbe interessarsi della questione.

Il Comitato bresciano per il parco è stato informato la scorsa settimana dalla segreteria dell'assessorato regionale all'Agricoltura che un primo incontro ci potrebbe essere non prima di dicembre.

Una situazione di incertezza che si trascina da più di un anno e che preoccupa il comitato impegnato nella tutela del territorio e del paesaggio gardesano sempre a rischio cementificazione.

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