Spacciatori come ciliegie
di val.

Uno tira l'altro. Prima la denuncia per una vecchia conoscenza, poi l'arresto di un incensurato. A Vestone.

 
Non sarà più sufficiente essere considerati al di sopra di ogni sospetto, per farla franca quando si è spacciatori e se per giunta si è anche bravi a nascondere le sostanze tossiche da vendere.
E non stiamo parlando di novità di tipo normativo.
Piuttosto del fatto che dopo aver pizzicato una vecchia conoscenza per fatti di droga, in possesso di una modica quantità di cocaina che gli è valsa una denuncia a piede libero, grazie a veloci indagini i carabinieri di Sabbio Chiese sono riusciti a risalire ad un 31enne incensurato, trovandogli occultati in cantina ben 36 grammi di sostanza ancora da confezionare in dosi.
La prima udienza del processo per direttissima a suo carico c’è stata ieri mattina, ma tutto era già accaduto nella giornata di martedì scorso.
 
E’ successo che verso le 16, in occasione di un controllo stradale: i carabinieri della compagnia di Salò in normale pattuglia in Valle Sabbia, che per l’occasione erano quelli di Sabbio Chiese, hanno fermato a Preseglie una vecchia conoscenza, un 26enne operaio di origine marocchina di cui sono state rese note le iniziali in S.B.
Una rapida perquisizione dell’auto ha portato al ritrovamento in una tasca portaoggetti di due grammi di cocaina, pronte in dosi termosaldate, sufficienti per far partire una denuncia a piede libero per possesso ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
 
Cercando di verificare eventuali aggravanti, i militari hanno accompagnato il giovane nella sua abitazione di Vestone, senza però trovare null’altro che potesse peggiorarne la posizione.
Una visita che però è servita lo stesso.
Proprio grazie ad essa, infatti, i carabinieri sono riusciti a risalire ad un altro indirizzo vestonese e questa volta il blitz ha sortito risultati del tutto differenti: in un armadio in cantina, occultati nella tasca di una giacca, ecco infatti comparire due involucri contenenti uno 22 grammi di cocaina, l’altro 14.
 
L’uomo che aveva a disposizione quegli spazi, un altro operaio marocchino, A.N. di 31 anni, sposato e incensurato, è così finito in manette.
Ieri mattina il processo è stato rinviato di una settimana e almeno quella, aspettando di comparire davanti ai giudici, il 31enne se la dovrà fare ospite di una cella a Canton Mombello.
 
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