Ottocento senza un dottore
di Ubaldo Vallini

Da gennaio, negli ambulatori di Magasa, Valvestino e Capovalle, solo frettolosi sostituti. L'Asl: «Nessuno ci vuol rimanere».

 
Valvestino, Magasa e Capovalle soprattutto. Ma altri ce ne sono a Idro, Anfo e Lavenone. Pazienti in cerca di un dottore.
E fioccano le lamentele che da un paio di mesi serpeggiano fra gli androni e nei pochi bar rimasti lassĂą.
“Per fortuna che il veterinario arriva tutte le settimane, almeno le vacche dello Stino e di Zumiè sono a posto” diceva ieri Piero al distributore, geloso quasi di non essere una bestia anche lui: “Pensa un po’ che l’altro giorno il Bortolo in attesa di ricovero ha dovuto farsi portare a Nozza dalla guardia medica per l’impegnativa” aggiunge.
 
Recriminazioni una dietro l’altra, che in questi ultimi giorni hanno cominciato a rumoreggiare scendendo fino al fondovalle.
E da ieri sera la vicenda ha fatto il suo ingresso anche in un Consiglio comunale, quello di Capovalle: “Solo perché l’ho chiesto io a gran voce” precisava Flavio Carretta, in minoranza per la Fiamma Tricolore, anticipando di poco la seduta.
 
Ma che succede?
C’è che la dottoressa Celestina Gomez se n’è andata in pensione alla fine dell’anno scorso e pare che non ci sia più nessuno, con la laurea in tasca, a volersi occupare di 800 mutuati da visitare spostandosi, a dorso di mulo o giù di lì, in quella vasta area compresa fra il Garda e il lago d’Idro.
Chiediamo lumi all’Asl e ci promettono una comunicazione ufficiale.
 
L'Asl
Intanto anticipano qualche parola cortese, svelando una vicenda anche per loro difficile da affrontare: “La presenza di un medico l’abbiam sempre garantita fin da gennaio, questo è certo. Come dice? Si è vero che è cambiato spesso. E’ vero anche che in certi giorni prefestivi o post festivi, come ad esempio la festa del patrono di Gavardo del 3 maggio tanto per indicarne uno recente, gli ambulatori chiudono e bisogna rivolgersi alla guardia medica. Ma poi scusi, cosa ci possiamo fare noi se nessuno vuole finire lassù a fare il medico di medicina generale? Ad ogni modo, forse, il problema sarà presto risolto”.
 
Urge una soluzione
Quel “forse” dura da quattro mesi e a questo punto sembra proprio che per i capovallesi la misura sia colma: “E’ vero che il dottore lo troviamo quasi sempre il lunedì, il mercoledì e il venerdì in ambulatorio. Ma cambia sempre, non conosce nessuno e ha poco tempo. Così c’è sempre qualcuno che deve tornarsene a casa senza essere stato visitato o senza la ricetta per le medicine. Vi pare una cosa possibile?”.
Qualcuno si spinge più in là, perché c’è da dire che questa non è gente che si lamenta per il nulla: “Se ci facciamo portare direttamente al Pronto soccorso poi ci fanno pagare 25 euro di tiket perché la visita non era da considerare urgente. Sarebbe già qualcosa se potessero almeno toglierci quella spesa”.
 
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